La mini Imu come uno specchietto per le allodole. Il sindaco di Torino Piero Fassino non si illude sulla reale utilità del conguaglio della tassa sulla prima casa, che si potrà pagare fino al 24 gennaio. Un rompicapo che ha già sollevato numerose polemiche, dal momento che non sarà pagata da tutti ma riguarderà solo i proprietari di immobili classificati come prima casa nei comuni che hanno ritoccato al rialzo le aliquote base fissate dal governo.
«La possibilità di aumentare dello 0,8 per mille complessivo le aliquote su prime e seconde case che il governo inserirà in un decreto o in un emendamento al dl Enti locali basterà solo per finanziare le detrazioni, cioè garantire che chi aveva detrazioni con l’Imu le potrà avere anche con il nuovo regime della Tasi (ovvero la Tassa annuale sui Servizi Indivisibili, per esempio la manutenzione stradale o l’illuminazione comunale, ndr) ma non copre il differenziale di gettito», ha detto il primo cittadino di Torino, che è anche presidente dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ospite del programma “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai. Il «buco» dei Comuni, ovvero i soldi mancanti, è infatti «di circa un miliardo di euro: 100 milioni di euro di meno a Milano, 60 milioni in meno a Roma, 40 a Torino. Si tratta di cifre considerevoli, soldi con cui finanziamo i servizi – ha aggiunto – Il governo ci ha detto in maniera esplicita che la nostra richiesta è fondata e che il governo intende coprire il miliardo mancante, e che ciò avvenga non richiedendo un ulteriore sforzo fiscale ai cittadini ma con le risorse del bilancio dello Stato».
Fassino ha poi parlato di quei sindaci, come quelli di Rimini e Ravenna, che «vogliono spostare il pagamento della mini Imu, fissato il 24 gennaio con una legge dello Stato, a giugno. Questo potrebbe tutt’al più diventare materia di contenzioso ma non credo si risolva il problema, che la si paghi a giugno o gennaio non cambia granché. Il governo ha chiarito che per questo aspetto l’esecutivo non è in grado di mettere risorse, non si può che prendere atto che è una partita chiusa».
La vera questione, secondo Fassino, è che «la Tasi che non garantisce le stesse risorse ai comuni rispetto al 2013».
© RIPRODUZIONE RISERVATA