Il processo Eternit del tribunale di Torino a Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario per la morte da amianto di 258 persone, può andare avanti.
Questa la decisione della Corte Costituzionale sul “ne bis in idem”, principio per cui non si può essere processati due volte per lo stesso fatto. Schmidheiny era stato prosciolto per prescrizione da una precedente accusa di disastro ambientale doloso. Dichiarando incostituzionale una sorta di automatismo contenuto nel codice, la Consulta riconosce più discrezionalità al giudice.
«Siamo ragionevolmente soddisfatti. Il processo continua e in aula daremo battaglia» è il commento dell’avvocato Sergio Bonetto, che nel processo Eternit rappresenta un gruppo di parti civili. «Per i decessi non contemplati nel primo processo – spiega il legale – non ci sono problemi, continueranno a essere contestati all’imputato. Per gli altri bisognerà fare qualche valutazione. Ma noi siamo pronti».