È stata eseguita l’autopsia, nella camera mortuaria del cimitero di Settimo da parte del medico legale Giambattista Golè su incarico della Procura di Ivrea, del corpo recuperato nel Po lo scorso venerdì a San Mauro Torinese.
Non si tratterebbe di morte violenta. È questo l’unico responso dato dall’esame autoptico. Ora per dare un nome a quel volto sfigurato dall’acqua è stato dato il nulla osta per l’analisi del dna.
Gli unici dettagli che potrebbero renderlo riconoscibile sono tre tatuaggi sulle braccia raffiguranti una rosa dei venti, una foglia di marijuana e un bracciale tribale, al collo una catenina.
L’identikit però rimane sempre lo stesso: «Si tratta di un uomo tra i 30 e i 40 anni, alto circa 1 metro e ottanta e privo di dentatura», rivela il procuratore capo di Ivrea, Giuseppe Ferrando.
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