«Interrogate Alì Agca». Questo chiedono i legali di Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, la 15enne scomparsa nel 1983. L’attentatore del Papa, che pochi giorni fa si è presentato in Vaticano davanti alla tomba di Wojtyla con dei fiori e ha chiesto di parlare con l’attuale pontefice, Francesco, “dev’essere ascoltato dai magistrati che indagano sul caso Orlandi”. Il turco era in possesso di documenti non in regola, da qui la richiesta di espulsione.
Prima che l’ex appartenente al gruppo terrorista di estrema destra Lupi Grigi venga espulso, gli avvocati della famiglia, Nicoletta Piergentili Piromallo e Massimo Krough, hanno presentato al procuratore Giancarlo Capaldo un’istanza.
«Alì Agca da tempo continua a ripetere che lui sa dove si trova Emanuela Orlandi – spiega Nicoletta Piergentili Piromallo – Anche solo per fugare dubbi va ascoltato dalla nostra magistratura». Anche nelle ultime settimane Agca ha parlato della vicenda Orlandi. In un’intervista ha detto che Emanuela sarebbe ancora viva.
«In particolare chiediamo che vengano approfondite le dichiarazioni fatte da Marco Fassoni Accetti, che più volte nominato Alì Agca», aggiunge Pietro Orlandi.
Accetti è l’uomo che si autoaccusato per quanto riguarda il rapimento della giovane ed è indagato dalla Procura romana per sequestro di persona. Non solo. Fece ritrovare agli inquirenti un flauto, simile a quello usato dalla Orlandi, ma che neppure le analisi dei laboratorio sono riuscite a stabilire se fosse il suo.