di Moreno D’Angelo
Un bimbo con una lampada di Aladino. E’ questo il logo della mostra “Dreams” della fotografa Elena Givone che sarà inaugurata oggi alle ore 18 in piazza Castello nella Sala del Palazzo della Regione e sarà visitabile gratuitamente fino al 14 maggio dalle ore 10 alle 18. I bimbi rappresentati provengono da tanti luoghi del mondo caratterizzati da situazioni di estrema povertà e difficoltà. Brasile, Mali , Ucraina, Siria o nell’ex Birmania. Luoghi simbolo della follia umana come Aleppo in Siria, orfanatrofi, carceri minorili, favelas e contesti di ordinaria miseria.
L’originalità del discorso sviluppato dalla fotografa Elena Givone è quello di far emergere, con incredibile e coinvolgente naturalità, un messaggio di speranza in luoghi in cui è anche difficile sognare. Infatti i bambini e ragazzi protagonisti delle immagini sono ripresi con in mano una lampada di Aladino, una matrioska, un coniglietto mentre sono invitati dall’autrice ad immaginare un mondo migliore. Un modo per dare spazio ad una via di speranza anche nel mezzo di un mare di sofferenza. Insomma offrendo la possibilità di materializzare il loro sogno e nulla potrà mai cancellare quella forza dell’uomo che si cela nei suoi sogni.
La mostra è stata curata da Tiziana Bonomo di ArtPhotò che sottolinea l’importanza del sogni che “nascono con noi dal primo vagito” ricordando l’importanza del legame tra onirico e creatività. Nella mostra “Dreams” proprio attraverso sogni e desideri che emergono dalle immagini ognuno potrà in qualche modo condividere la sete di bellezza, giustizia, pace e di un futuro gioioso o semplicemente migliore che anima i protagonisti riprodotti su supporti che sembrano più dei manifesti che delle classiche immagini fotografiche.
I visitatori della mostra potranno partecipare attivamente scrivendo il loro desiderio per formare “un muro dei sogni” che sarà condivisibile sui social con l’hastag keepyourdreamsalive. Inoltre sono previsti workshop sia per bambini che per fotografi o appassionati, che desiderano sperimentare la tecnica del ritratto ambientato nella cornice del centro della città
L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’associazione Legal@rte che vede protagoniste un gruppo di donne della Polizia di Stato impegnate, con le loro proposte culturali, nella costruzione di “nuove forme di socialità e aggregazione” intorno ai valori delle legalità e della loro diffusione.
In conclusione ricordiamo che la lampada da Aladino, protagonista di un racconto de “Le mille e una notte”, che funge da magico transfer per l’mmagine logo dell’expo, è un oggetto che riprende le vecchie lampade ad olio indiane mentre la figura di Aladino è ritenuta di provenienza del Catai (nord della Cina). La vicenda storia ha radici che si perdono tra l’Egitto, Mesopotamia, Persia e India. Un bel modo di rappresentare la dimensione multietnica e multiculturale che unisce sogni e speranze di tanti ragazzi che vivono situazioni di estrema difficoltà e sofferenza. Sono questi sogni alla base della speranza di un futuro cambiamento in un mondo in cui troppi bambini soffrono per le follie degli adulti.