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giovedì, 24 Ottobre 2024

Dpcm firmato nella notte. Il Piemonte è zona rossa: ecco tutti i divieti

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

È già passata la mezzanotte quando il premier Giuseppe Conte firma il nuovo Dpcm che entrerà in vigore il 5 novembre fino al prossimo 3 dicembre. Un decreto che di fatto divide l’Italia in tre: le zone verdi, quelle gialle e quelle rosse, a seconda del numero di contagi. E che insieme a una serie di misure generali ne stabilisce altre più specifiche a seconda dei casi.
Innanzitutto confermata il coprifuoco in tutta la Penisola delle 22 alle 5 del mattino. Si potrà uscire solo per comprovate esigenze di lavoro o urgenze, e lo si dovrà documentare in autocertificazione. Chiusi in tutta Italia i musei e le mostre e estesa l’attività didattica al 100 per cento per tutte le superiori, mentre per elementari e medie sarà in presenza ma con obbligo di mascherina tutto il tempo. Chiusi i centri commerciali nei weekend e ridotta del 50 per cento la capienza di autobus e metro. Confermate le chiusure alle 18 per bar e ristoranti.

La situazione in “zona rossa”

Va peggio per quelle zone in cui il semaforo è rosso, o come dicono i tecnici, si è al “livello 4” di allerta. Per ora le Regioni che dovrebbero entrare in questa casistica sono Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Alto Adige e Calabria. Ma ogni 15 giorni l’incontro tra il ministro Speranza e la Conferenza delle Regioni aggiornerà l’elenco, e un territorio potrebbe uscire e un altro entrare.
Qui alle regole valide per le altre zone si aggiungono il divieto di spostamento dal proprio Comune se non per motivi comprovati e si rafforzano le chiusure. Restano aperti solo i servizi essenziali: alimentari, farmacie, librerie, cartolerie, negozi di giocattoli, fiorai, ottici, tabaccai, lavanderie, ferramenta, parrucchieri, telefonia e tecnologia. Chiusi anche i mercati ad eccezione di quelli alimentari. Per i negozi l’accesso sarà regolamentato secondo il numero massimo consentito e con code all’esterno. Bar e ristoranti chiudono anche a pranzo per 15 giorni. Aperte invece le scuole dell’infanzia, le primarie e la prima media. Aperte anche fabbriche e uffici, dove però in molti casi si è già fatto ricorso allo smart working.

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