11.3 C
Torino
giovedì, 24 Ottobre 2024

Donna morta in seguito a RU486, Silvio Viale: “Una fatalità”

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

«Quella avvenuta all’ospedale Martini di Torino è la terza morte per aborto dall’inizio dell’anno. Purtroppo in gravidanza non esiste rischio zero». Con queste parole Silvio Viale, radicale e medico ritenuto il padre della Ru486, responsabile del servizio per Ivg del Sant’Anna, torna sulla morte della donna avvenuta mercoledì scorso in seguito all’assunzione della pillola abortiva.
«Prima di tutto la si smetta di titolare “Donna morta dopo la RU486” perché la Ru486 non ha alcuna responsabilità nella sua morte», continua.
Questa mattina il blitz dei Nas al nosocomio in cui si è consumata la tragedia. La Procura di Torino intanto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo.
Viale vuole specificare «la più incondizionata solidarietà ai colleghi del Martini per un evento che sarebbe potuto accadere a qualunque ginecologico».
E proprio sulle polemiche sollevatesi in seguito a uno dei farmaci che sarebbe stato somministrato alla donna evidenzia: «Io non so – aggiunge – se il Methergin sia stato utilizzato nel caso specifico, ma anche fosse così, sebbene possa ritenersi il maggiore sospettato, uno spasmo dell’arteria coronarica e un infarto sono considerati eventi “molto rari”, con una frequenza inferiore a 1 su 10.000 casi, e in medicina gli eventi “molto rari” non comportano alcuna misura preventiva. Il verificarsi di un evento molto raro – conclude – è da considerarsi una fatalità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano