Il gruppo del Pd in Consiglio regionale del Piemonte si impegna per la prevenzione dei disturbi dell’alimentazione e per la creazione di una Rete di Cura territoriale in grado di accogliere le richieste di pazienti e famiglie. La proposta di legge “Prevenzione e cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e sostegno ai pazienti e alle loro famiglie” con firmatari i consiglieri Domenico Rossi, vicepresidente IV commissione sanità e Raffaele Gallo, presidente del gruppo Pd in consiglio regionale è stata presentata al consiglio regionale insieme a un’interrogazione a risposta urgente in IV commissione sanità affinché l’assessore Icardi dia al più presto risposte su un’epidemia sottostimata nei dati epidemiologici e dilagante.
“Vogliamo sapere – dichiara Raffaele Gallo, presidente gruppo Pd – quale sia la realtà piemontese e quanti siano ad oggi le ragazze e i ragazzi seguiti. Chiedo di conoscere quali siano i numeri di ricoveri e dimissioni, cosa avviene nei pazienti una volta fuori, quali sono le iniziative che vengono prese e soprattutto a che punto in Piemonte sia l’iniziativa voluta dal ministero che prevede un “codice lilla” all’arrivo in Pronto soccorso, pensato proprio per “accogliere” chi soffre di dca e quindi poterlo intercettare e seguire”. “Vogliamo inoltre sapere se l’Assessorato intenda prendere in considerazione l’idea di un recupero mirato degli ospedali dismessi sul territorio per convertirli in centri assistenziali e di residenza, in modo da supplire alle gravi carenze di strutture; riteniamo opportuna – conclude il presidente del gruppo dem – l’organizzazione dei centri di salute mentale con sportelli dedicati e specialisti idonei affinché i giovanissimi, spesso spaventati e riottosi al percorso di cura, non vengano respinti da un ambiente ostile e certamente poco consono al loro tipo di malessere”.
La proposta di legge Rossi Gallo punta a riconoscere, valorizzare e rafforzare le realtà già operanti nel trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione nell’ambito del servizio sociosanitario piemontese, attraverso una rete integrata, che operi secondo un modello multidimensionale e multiprofessionale, con uno stanziamento di 900 mila euro,
“Una rete a livello regionale per i disturbi del comportamento alimentare non è più rinviabile. Non è ammissibile, infatti, che in alcuni territori siano attivi servizi e in altri no – commenta Domenico Rossi – . L’altro obiettivo importante è quello di far sentire meno sole le famiglie che, come nel caso di tante altre patologie, per troppo tempo si sono fatte carico da sole di tutti i problemi e delle complicazioni generate da situazioni di questo tipo. Non è solo il singolo individuo a soffrire, ma l’intero sistema familiare e degli affetti che, troppo spesso, si è sentito abbandonato dalle istituzioni”.
Lo scopo del Centro di Coordinamento regionale è quello di elaborare linee guida al fine di offrire in modo omogeneo sul territorio regionale diagnosi precoci, gestione efficace delle liste d’attesa, continuità assistenziale e appropriatezza delle cure.
Nel testo si chiede anche una Rete regionale per la prevenzione e la cura dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, composta dai centri specifici dedicati ai DCA all’interno delle Aziende Sanitarie locali (ASL) e delle Aziende Ospedaliere, nonché dai soggetti privati accreditati che a livello regionale si occupano di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. Oltre a attività formative e di aggiornamento professionale rivolte agli operatori sanitari e sociosanitari direttamente o potenzialmente coinvolti nella presa in carico dei pazienti.
Si sottolinea poi l’importanza del ‘Percorso Lilla in Pronto soccorso’ elaborato dal Ministero della Salute, l’attivazione delle iniziative funzionali al riconoscimento e alla presa in carico precoci dei soggetti affetti da disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
La legge Rossi Gallo prevede che la Regione oltre al rafforzamento sul territorio, valorizzando le iniziative presenti, garantisca l’implementazione dell’attuale dotazione di posti letto in regime residenziale e semiresidenziale, e attuazione di programmi di sostegno alle famiglie e ai caregiver dei pazienti.