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sabato, 27 Luglio 2024

Disoccupazione al 13%: record dal 1977

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Nonostante il governo dei tecnici che avrebbe dovuto sanare il Bel Paese, nonostante le lacrime della Fornero, il prescelto Enrico Letta in seguito al flop di Bersani, e la pugnalata alle spalle dell’ex premier da parte di Renzi per rubargli il posto, la disoccupazione giovanile, gravissima piaga italiana, continua a crescere.
Un record. Il dato più grave dal 1977. Siamo al 13%: «Il livello più alto sia dall’inizio delle serie mensili, nel gennaio 2004, sia delle trimestrali, a inizio del 1977», avvertono dall’Istat.
Una disoccupazione inferiore solo a Cipro e alla Grecia. Nel solo 2014 il disoccupati sono cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
678mila ragazzi sono in cerca di lavoro. E il dato fa venire i brividi: la disoccupazione giovanile tocca il 42,3% con un aumento del 4,2% rispetto al 2013.
Secondo Eurostat l’Italia è il Paese più in difficoltà dell’Ue dopo la Spagna, dove gli under 25 senza lavoro sono passati dal 54,2 al 53,6%.
Ma non disperiamo, demolition man assicura che sanerà la situazione creando posti di lavoro (promesse già sentite da un certo Silvio Berlusconi, mentore del fiorentino).
La prossima settimana Renzi presenterà a legge finanziaria e il Jobs Act che ha già raccolto tantissime polemiche. Il premier si è detto sconvolto dai dati Istat: «Perdiamo mille posti di lavoro al giorno. Dobbiamo correre».
E chissà che a correre non siano i giovani, ma all’estero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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