Nonostante il governo dei tecnici che avrebbe dovuto sanare il Bel Paese, nonostante le lacrime della Fornero, il prescelto Enrico Letta in seguito al flop di Bersani, e la pugnalata alle spalle dell’ex premier da parte di Renzi per rubargli il posto, la disoccupazione giovanile, gravissima piaga italiana, continua a crescere.
Un record. Il dato più grave dal 1977. Siamo al 13%: «Il livello più alto sia dall’inizio delle serie mensili, nel gennaio 2004, sia delle trimestrali, a inizio del 1977», avvertono dall’Istat.
Una disoccupazione inferiore solo a Cipro e alla Grecia. Nel solo 2014 il disoccupati sono cresciuti del 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
678mila ragazzi sono in cerca di lavoro. E il dato fa venire i brividi: la disoccupazione giovanile tocca il 42,3% con un aumento del 4,2% rispetto al 2013.
Secondo Eurostat l’Italia è il Paese più in difficoltà dell’Ue dopo la Spagna, dove gli under 25 senza lavoro sono passati dal 54,2 al 53,6%.
Ma non disperiamo, demolition man assicura che sanerà la situazione creando posti di lavoro (promesse già sentite da un certo Silvio Berlusconi, mentore del fiorentino).
La prossima settimana Renzi presenterà a legge finanziaria e il Jobs Act che ha già raccolto tantissime polemiche. Il premier si è detto sconvolto dai dati Istat: «Perdiamo mille posti di lavoro al giorno. Dobbiamo correre».
E chissà che a correre non siano i giovani, ma all’estero.
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