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giovedì, 24 Ottobre 2024

Decreto Irpef, oggi in Consiglio dei ministri. Su Twitter l'hashtag #oraics

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«#oraics alle 16.30. Dopo il consiglio dei ministri». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha scelto ancora una volta Twitter per annunciare che dopo la riunione a Palazzo Chigi, nel pomeriggio, saranno forniti i dettagli sulla manovra Irpef.
Quel che è possibile stabilire fin da subito, comunque, è che la manovra – ribattezzata per la discussione “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Per un’Italia coraggiosa e semplice” – non consisterà più in una detrazione ma piuttosto un bonus, che permetterà alle fasce di lavoratori dipendenti con un reddito basso di rinfoltire la busta paga.
Stando alle bozze di lavoro filtrate ieri sera, le persone interessate dalla manovra saranno circa 15 milioni, compresi gli incapienti ovvero coloro che guadagnano meno di 8 mila euro l’anno. Più della metà dei fondi stanziati, ad ogni modo, andranno a beneficio di coloro che hanno un reddito compreso tra i 18 e i 25 mila euro annui. Segno del fatto che la manovra è stata pensata prevalentemente per il ceto medio in difficoltà, ovvero per coloro che dovrebbero riuscire in questo modo a dare nuovo impulso ai consumi.
Da maggio, dunque, dovrebbero arrivare 77,5 euro in più in busta paga di molti lavoratori dipendenti, per un totale di 620 euro all’anno che dovrebbero poi salire a 950 euro nel 2015. Per i redditi che arrivano invece fino ai 17.714 mila euro è previsto un incremento del 3,5%.
Resta un tema spinoso quello delle coperture alla manovra, come sembrerebbe dimostrare la lunga riunione di ieri tra il presidente del Consiglio e il ministro dell’Economia Padoan. A permettere il bonus in busta paga, infatti, saranno soprattutto i tagli alle risorse di molti ministeri, in primis quello della Sanità pubblica, anche se da mesi ormai il ministro Beatrice Lorenzin continua a insistere che non di tagli ma di “risparmi” si tratta.
Sembra poi assodato che la scure che si è abbattuta sugli stipendi dei manager pubblici si abbatterà anche sulle buste paga di magistrati, docenti universitari e militari. L’intenzione è quella di equiparare la retribuzione massima di queste categorie a quella del presidente della Repubblica, tasse e contributi inclusi, che si aggira sui 260 mila euro all’anno.
Tuttavia ad ora non è possibile ancora avere alcuna conferma certa, soprattutto tenendo conto che la seduto odierna al Consiglio dei ministri potrebbe portare a ridisegnare buona parte del decreto. Non si può far altro se non attendere #loraics.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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