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giovedì, 24 Ottobre 2024

Dal passato al futuro: ecco Cumiana 15 restituito alla città

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Rosanna Caraci
Rosanna Caraci
Giornalista. Si affaccia alla professione nel ’90 nell’emittenza locale e ci resta per quasi vent’anni, segue la cronaca e la politica che presto diventa la sua passione. Prima collaboratrice del deputato Raffaele Costa, poi dell’on. Umberto D’Ottavio. Scrive romanzi, uno dei quali “La Fame di Bianca Neve”.

Dopo tre anni di impegno, di ingenti investimenti, di progettualità e di lavoro, gli spazi di via Cumiana 15, nel cuore di Borgo San Paolo, uno dei quartieri più popolosi di Torino, vengono restituiti ai cittadini e alle associazioni che ne faranno uso. Avviene nell’ambito di Co-City, il progetto innovativo di promozione della gestione condivisa dei beni comuni realizzato dalla città di Torino grazie al programma europeo Urban Innovative Actions.

La ristrutturazione completa dell’ex stabilimento lancia di Via Cumiana 15 di  600 mq, che attendeva da vent’anni, ed è quella più ingente economicamente. Prevede la realizzazione di attività culturali nell’edificio trasformato in “piazza coperta”: sarà il nuovo punto di aggregazione e visibilità per l’intero quartiere. I firmatari del patto di collaborazione sono Longboard Crew Italia, UISP, Ideificio Torinese e Bloomingteam.

Per Uisp il sito di via Cumiana sarà una piazza ma anche una “casa” in grado si ospitare i temi dell’integrazione, della qualità della vita, dell’educazione e delle relazioni tra le persone di tutte le età. Per Longboard Crew Italia il bene comune sarà una “macchina” di accoglienza e integrazione delle diversità quindi un po’ piazza un po’ officina. Pe rBloomingteam Cumiana 15 sarà un cantiere e un laboratorio d’innovazione con gli occhi rivolti al passato sul passato, inteso come esperienza e materia di riflessione sul quale fondare saldamente l’attenzione al futuro. Ideificio Torinese comprende 1.600 studenti universitari torinesi e avrà in Cumiana 15 uno spazio fondamentale nel quale evidenziare le potenzialità individuali e la loro capacità di aggregazione per costruire una società più equa ed efficiente.

Al taglio del nastro di Cumiana 15, c’erano tutti gli attori e firmatari del patto ci collaborazione che ha consentito la riqualificazione e l’uso del complesso. Marco Giusta, assessore ai beni comuni della Città di Torino ha manifestato la grande soddisfazione per la fine di un percorso complesso ma importante. “Questa è l’opera di recupero più importante e complessa del progetto Co-City, e sicuramente non è stato facile arrivare ad oggi. L’energia, l’ostinazione e il coraggio delle e dei proponenti, unito alla competenza progettuale da parte degli uffici del Comune, supportati da un eccezionale impegno da parte del settore tecnico, ci presentano oggi un luogo nuovo, il cui futuro è da scrivere assieme, e che rivela un’opportunità unica”.

Rigenerare uno spazio in disuso, prendersene cura insieme, amministrazione e cittadini, e fare in modo che appartenga a tutti. E’ la parola d’ordine di co-city, sposata in ogni sillaba dalla circoscrizione 3.

“E’ stato un percorso che ha generato scenari virtuosi: aver stabilito insieme il piano di gestione ha portato tutta l’azione del gruppo verso l’interesse generale: le cittadine e i cittadini, la volontà politica, la macchina amministrativa. Non c’è stata concentrazione di potere, né esclusione, ma l’impegno massimo e centrale a comprendere il bene comune – ha sottolineato la presidente della Circoscrizione 3 Francesca Troise – . Questo è ancora più importante in un momento storico come quello attuale, in cui il tentativo è quello di portare l’opinione pubblica verso uno sfrenato individualismo, alimentandone le paure. Sono invece la solidarietà e il “noi”, a dare una visione lungimirante e a proteggere la comunità delle persone. Cumiana 15 e questi locali rappresentano un documento vivo della storia industriale di questo quartiere, della città e del Paese, simbolo del lavoro e dell’innovazione e teatro di lotte per la libertà, gli operai lancia infatti parteciparono agli scioperi del 43 e a quello insurrezionale del 18 aprile. Un’area alla quale restituire dignità era un dovere”.

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