Cari piemontesi. Roberto Cota ha preso carta e penna per difendersi dal ciclone dell’inchiesta rimborsi gonfiati in merito all’utilizzo dei fondi dei gruppi regionali. Inchiesta che ha messo sotto la lente anche le spese del Governatore regionale.
Per difendersi dall accusa di aver utilizzato dei fondi pubblici a fini personali Cota afferma con decisione: «Niente è più lontano dalla verità, dalla mia indole, dalla mia storia».
E spiega entrando nel dettaglio: «Mi contestano spese er 25 mila euro in tre anni, di cui 21 mila per pranzi , cene e viaggi connesi alla mia attività politica ed istituzionale su tutto il territorio per impegni pressochè quotidiani».
Cota contesta che queste attività possano essere considerate cene e trasferte per interessi personalie e chiarisce con un cenno polemico: «Non ho mai fatto cene e festini in maschera come è avvenuto altrove. Non rientra nella mia indole di uomo e padre di famiglia».
Cota ironizza sulla contestazione di quello che lui definisce «l’aver pagato un caffè o uno spuntino a chi si occupa sette giorni su sette della mia sicurezza».
Il governatore afferma di aver promosso una decisa azione di responsabilizzazione per ridurre i costi della politica ad iniziare dai compensi di tutti noi consiglieri: «Il risparmio che ho prodotto con la mia politica di ridimensionamento dei compensi, che ho tra laltro condiviso coi miei assessori, è stato destinato al fondo per i cassintegrati piemontesi. Ciò è avvenuto prima dellazione della magistratura e dei noti scandali che hanno investito altre Regioni».
Infine conclude Cota : «Come uomo prima che politico dico ai piemontesi che il loro Presidente è una persona onesta, dedita al lavoro, che non esclude la possibilità dellerrore».
Moreno D’Angelo
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