«Michele Buoninconti indagato». È questa la notizia circolata a lungo ma poi smentita in merito alla scomparsa di Elena Ceste, la donna di Motta Costigliole d’Asti di cui non c’è traccia dallo scorso 24 gennaio.
Tre mesi e mezzo di buio. In cui le notizie, i nomi e gli elementi si affastellano senza però portare a nulla.
Video, ricatti, amicizie sul web, chat, uomini. Ma tutto rimane senza riscontro.
Intanto continuano le ricerche del corpo della donna. Dopo tanto tempo la speranza di trovarla viva si sta spegnendo.
Ora si cercherà nel cortile dell’abitazione in strada San Pancrazio a Motta anche con il georadar, strumento per individuare ciò che si nasconde nel sottosuolo, lo stesso che era stato usato per Roberta Ragusa, mamma 45enne scomparsa da Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, il 13 gennaio 2012.
Si cercherà come detto nel giardino, dove il marito aveva detto di aver trovato i vestiti di Elena.
La casa è già stata minuziosamente analizzata dai Ris di Parma senza però alcun esito.
Dunque l’occhio degli investigatori si concentra sempre più sulla figura del marito, senza però che venga indagato.
Non continuano a convincere i suoi racconti, troppe incongruenze come quelle sugli orari di quella mattina o sul telefono della donna che avrebbe fatto squillare quella mattina nonostante ce l’avesse Michele in tasca.
Ma ciò che getta ombra sul Buoninconti è anche quella telefonata a Pomeriggio Cinque in cui un certo Armando Diaz, dalla voce molto simile al marito di Elena, per distogliere le ricerche dal laghetto vicino a Isola d’Asti e per indirizzare le indagini verso alcuni uomini.
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