In questi giorni, con lo sbarco effettivo di Uber a Torino, si parla molto di questo servizio alternativo al Taxi, più per la mobilitazione dei tassisti che per le sue caratteristiche.
Dobbiamo dire che in tutte le metropoli dove Uber è attivo le reazioni da parte dei tassisti sono sempre state le stesse. Ma cos’è Uber?
Uber è un servizio che sta a metà tra il noleggio dell’auto con autista e il car-sharing. In soldoni chi è dotato di una macchina con non più otto anni di vita, ha la patente da tre, ha una fedina penale pulita e non ha mai avuto sospensioni della patente di guida, può iscriversi all’app inventata cinque anni fa a San Francisco e diventare un autista remunerato.
Tutto si basa su un’ app gratuita scaricata sullo smartphone, che una volta avviata carica una mappa che visualizza la posizione del cliente e quella delle auto con conducente più’ vicine. Viene calcolato il tempo di attesa previsto e parte la chiamata. Il pagamento avviene con carta di credito e una volta terminata la corsa si lascia un feed back online.
Questo è il servizio “classico ” di Uber, ma da poco è stato avviato un nuovo servizio “Uber Pop” che permette a tutti, o quasi, di diventare conducenti, e questo fa arrabbiare i tassisti. “Per essere un driver UberPOP, infatti, è necessario avere un’auto intestata e immatricolata da non più di 10 anni, avere almeno 21 anni, possedere una patente di guida valida da almeno 1 anno e dimostrare di non averne subito la sospensione e di avere la fedina penale pulita.” dicono dal blog ufficiale di Uber, che lancia anche le prime tariffe “le tariffe UberPOP sono trasparenti e economiche, e non variano di notte e nel weekend. Ecco qualche esempio. A Torino da Lingotto a Mirafiori la cifra si aggirerà sui 5 euro, Da Porta Susa a Le Gru saranno circa 8 euro, dalle Molinette a Largo Francia circa 7 euro.”
Il taxi è un servizio in parte pubblico, ed è normato da molte leggi, Uber invece in qualche modo non rispetta queste leggi, e i Comuni si dicono incompetenti nella materia e rimandano allo Stato la possibilità di stabilire delle norme ad hoc. Dal suo sbarco in Italia, a Milano soprattutto, i taxisti combattono l’app e anche a Torino i taxi hanno organizzato momenti di protesta e uno sciopero per il 17.
Chi avrà la meglio nella contesa non ci è dato saperlo, ma speriamo che sia il cittadino a poterne guadagnare in termini di servizio e costi, e che a rimetterci non siano i lavoratori di entrambi i servizi.