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giovedì, 24 Ottobre 2024

Corteo del Primo Maggio, Pd: "Antagonisti braccio armato dei grillini"

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Non è stata certo una tranquilla sfilata quella che ha attraversato ieri le strade di Torino in occasione del corteo del 1 maggio.
Il consueto percorso da piazza Vittorio a piazza San Carlo è stato infatti teatro di ripetute e violente cariche da parte della polizia, che è intervenuta più volte all’interno del corteo per tenere a distanza deputati e esponenti del Partito Democratico e lo spezzone che portava invece in piazza giovani, precari, No Tav, centri sociali e occupanti di case.
La situazione si è scaldata fin dalle prime ore del mattino, quando ancora la testa del corteo doveva muovere i primi passi: a scatenare la contrapposizione iniziale è stata la presenza in piazza del senatore Pd Stefano Esposito, noto per le sue posizioni di ultras Si-Tav e tra i più invisi al movimento che si oppone all’opera per le sue frequenti dichiarazioni provocatorie. L’intervento del servizio d’ordine del Partito Democratico è stato immediatamente seguito da quello dei reparti mobili, che hanno caricato una prima volta lo “spezzone sociale”.
La tensione è poi esplosa nuovamente quando il corteo si avviava verso il tradizionale comizio dal palco di piazza San Carlo. Per consentire che il discorso di partiti e sindacati si svolgesse al riparo dalle prevedibili contestazioni, le forze dell’ordine hanno tenuto bloccato per diverso tempo in via Roma la parte antagonista del corteo. Qui sono partite nuove e violente cariche, fino a quando la parte restante della manifestazione è infine riuscita a raggiungere la meta finale, salendo sul palco dove si sono alternati gli interventi di lavoratori e studenti che hanno anche lanciato l’appuntamento di luglio in occasione del vertice europeo sull’occupazione.
Il bilancio della giornata è stato pesante: molti i manifestanti feriti, tre dei quali sono stati fermati durante le cariche: due sono poi stati rilasciati con denuncia a piede libero, mentre per un terzo (un redattore dell’emittente Radio Blackout) il fermo si è tramutato in arresto presso il carcere delle Vallette, dove domani affronterà l’udienza di convalida da parte del Gip. Feriti anche sette agenti di polizia.
Al termine della manifestazione è stato il turno delle dichiarazioni del mondo politico, che a parte qualche eccezione ha condannato senza mezzi termini le contestazioni indirizzate al Pd e ha espresso piena solidarietà all’operato delle forze dell’ordine (il cui comportamento, durante il corteo, è stato invece oggetto di forti critiche, anche alla luce dell’episodio che ha visto coinvolto il sindacato di polizia Sap nei giorni scorsi).
Tra le poche voci fuori dal coro c’è stata quella del M5S, che per bocca della deputata Laura Castelli ha attaccato il Pd dicendo che il partito ha voluto far «passerella» in un evento che dovrebbe appartenere «ai cittadini e non ai partiti che hanno rovinato il paese». Immediata la reazione degli esponenti del Partito Democratico: i segretari regionali e provinciali del Pd, Davide Gariglio e Fabrizio Morri, hanno affermato in una nota congiunta che «la Castelli non solo dimostra di ignorare il fatto che la lotta per il lavoro e per i diritti è iscritta nella storia che ha portato alla nascita del Pd, ma conferma che gli antagonisti e gli anarco-insurrezionalisti che assaltano le nostre sedi e aggrediscono i nostri militanti altro non sono che il ‘braccio armato’ dei Grillini». E poi minacciano provvedimenti: «Nelle prossime ore segnaleremo le affermazioni della ‘cittadina’ Laura Castelli alla Presidente della Camera dei Deputati e chiederemo ai nostri Parlamentari di porre la questione all’attenzione dell’Aula di Montecitorio».
In ogni caso, quella degli esponenti del Pd costretti a sfilare tra i cordini dalla polizia è certo un’immagine forte, soprattutto perché arriva a ridosso delle elezioni regionali e dimostra che una parte dei problemi e delle contraddizioni della città di Torino tende sempre più spesso a mostrarsi distante da buona parte del mondo istituzionale e sindacale.

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