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giovedì, 24 Ottobre 2024

Cirio e la tassa sull’e-commerce. Grimaldi (LUV): “Ai proclami devono seguire i fatti”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Il governatore del Piemonte Alberto Cirio nei primi commenti al Dpcm che impone alle zone rosse, tra cui proprio il Piemonte, la chiusura dei negozi (esclusi i beni essenziali) annuncia di essere pronto a difendere gli interessi dei piccoli commercianti e di avere in tasca una legge per tassare i colossi dell’e-commerce, Amazon in testa. 
“La lotta all’elusione fiscale e alle isole del tesoro è la battaglia di questo secolo. Per fortuna non siamo più soli a dirlo davanti alle vetrine dell’Apple store, nella nebbia davanti agli stabilimenti Amazon” commenta il capogruppo di Luv in Consiglio Regionale Marco Grimaldi che tuttavia non sembra convinto che la proposta di Cirio si traduca in qualcosa di concreto. 

“Dopo anni di sonno a Bruxelles, il Presidente Cirio ha finalmente capito anche lui la necessità di eliminare le disparità nelle aliquote effettive d’imposta tra i grandi colossi internazionali e i piccoli commercianti locali, una problematica che solleviamo da anni e che è finora rimasta del tutto inascoltata. Temiamo però che sia il solito annuncio del Presidente, a cui abbiamo imparato di non dover dare molto credito, ma ci auguriamo che almeno questa volta, dato che si parla di commercio e piccole imprese, Cirio sia conseguente, e agli annunci faccia seguire i fatti” commenta il capogruppo di Liberi Uguali Verdi.

Come osserva Grimaldi, lo stesso Cirio non ha aumentato le tasse ad Amazon quando aveva l’occasione di rimodulare l’Irap, unica tassa su cui la Regione può intervenire direttamente. “Noi siamo anche pronti a discutere di una nostra proposta al parlamento che introduca imposte temporanee sui ‘profitti in eccesso’ delle multinazionali oligopolistiche o delle grandi imprese i cui conti economici registreranno extra-utili nel corso del 2020, utili favoriti dai lockdown. Purtroppo però, oltre alla web tax italiana in vigore dal 1° gennaio scorso che incide con un’aliquota molto piccola sui ricavi dell’anno precedente dei big di internet (che vantano 750 milioni di fatturato globale e incassi online in Italia di 5,5 milioni), ci vorrebbe anche un ripensamento profondo del modello di tassazione delle corporation”.

Per Grimaldi “Va introdotto un modello di tassazione unitaria che ripartisca gli utili globali di una multinazionale tra i Paesi in base all’effettiva attività economica condotta in ciascun Paese, anche quella a forte connotazione digitale. Alla base imponibile appropriatamente ripartita tra i Paesi va applicata un’aliquota minima del 25%. In Europa già se ne parla con la proposta di definizione di una base comune consolidata per l’imposta sui redditi societari. È inoltre necessario richiedere maggiore trasparenza fiscale per le multinazionali, introducendo l’obbligo di rendicontazione pubblica, Paese per Paese, delle grandi corporation. Cirio perché non ci aiuta chiedendola a colossi come FCA?”

“Dobbiamo capirci – prosegue Grimaldi – le tasse eluse dalle grandi multinazionali tolgono risorse preziose e contribuiscono in maniera determinante a minare alla base anche il nostro sistema sanitario: la sanità pubblica è gratuita ma non è gratis. Far pagare le tasse per intero nel nostro Paese alle grandi imprese che fanno profitti in Italia è un atto necessario ma anche di giustizia, ipotizzare che lo facciano solo per poche settimane o mesi, è la solita ‘supercazzola’ che vale 5 minuti di finta notorietà”.

“A fronte dell’emergenza che sta travolgendo la nostra sanità pubblica e il nostro tessuto produttivo – conclude Grimaldi – speriamo che altri liberali, sovranisti e conservatori vengano fulminati sulla via del “Pay different, pay in Italy” e chiediamo al Presidente di essere conseguente nelle sue dichiarazioni e più coraggioso nelle sue scelte”.

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