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domenica, 8 Settembre 2024

Caso Regeni. Gentiloni: “Pronti a reagire”. Egitto: “State complicando la situazione”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

di Moreno D’Angelo

Il caso Regeni resta aperto. In attesa degli incontri in programma giovedì e venerdì con gli inquirenti egiziani il responsabile del dicastero degli Esteri Paolo Gentiloni, intervenuto al Senato, ha annunciato che questi  «potrebbero essere decisivi per lo sviluppo delle indagini» e ha aggiunto: 
«Se non ci sarà un cambio di marcia, il governo è pronto a reagire adottando misure immediate e proporzionate. Per ragioni di Stato non permetteremo che sarà calpestata la dignità dell’Italia».
La dura posizione del ministro ha incontrato la pronta reazione del suo collega egiziano:  «Le parole di Gentiloni complicano la situazione» è quanto affermato dal portavoce del ministero degli Esteri egiziano.
Alle perplessità sulla pioggia di dichiarazioni e interventi, a dir poco contraddittorie provenienti dall’Egitto, sulla vicenda del giovane italiano atrocemente torturato e ucciso si aggiungono le incertezze sulle concrete misure che si potrebbero intraprendere “immediatamente” contro lo stato egiziano. Di certo la forte indignazione sollevata, ripresa anche da Amnesty International, non dovrebbe consentire che anche questo caso finisca tra i tanti misteri irrisolti. Fino a ora l’unica cosa che è emersa sulla vicenda Regeni è la volontà di depistare e nascondere i responsabili con  le reali motivazioni dell’omicidio

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