“Una prestazione inesistente”, questa sarebbe l’ipotesi di accusa della Procura di Torino nell’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Gianfranco Colace, che vede indagati Luca Pasquaretta, portavoce della sindaca di Torino Chiara Appendino e Mario Montalcini, vicepresidente della Fondazione del Salone del Libro all’epoca dei fatti.
Pasquaretta ricevette dal Salone, nel 2017, cinquemila euro per un consulenza che, secondo i magistrati, non si sarebbe svolta realmente. Il portavoce è finito nel registro degli indagati con l’ipotesi di reato di peculato, in concorso con Montalicini. Per la consulenza Luca Pasquaretta, che ha restituito il denaro dopo che la vicenda venne resa pubblica, doveva prestare la sua opera per 80 ore di lavoro in quindici giorni, dal 16 al 31 maggio 2017.
Nello stesso periodo però avrebbe timbrato il cartellino di presenze in Comune per circa 160 ore e, sempre secondo gli orari di entrata e di uscita, alcuni giorni avrebbe lavorato a Palazzo addirittura 13 ore.
Caso Pasquaretta, per i magistrati la prestazione al Salone sarebbe “inesistente”
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