Non è finita con l’autunno la lotta degli studenti medi di Torino.
L’istituto tecnico per il turismo Boselli, di via Montecuccoli, da questa mattina è in occupazione e gli studenti sono sul piede di guerra. Tra le ragioni, oltre a un muro contro muro che dura da mesi con il preside Cosimo Dell’Aquila, ci sono le strutture fatiscenti, i ritardi nell’avvio dei corsi di italiano per i studenti stranieri e la mancata concessione di momenti di autogestione, discussione e confronto.
Secondo i ragazzi sarebbero troppe le “chiacchiere” e pochi i fatti concreti. Sono molti i guai del Boselli, secondo gli studenti. Mentre il soffitto cade a pezzi, dicono, nei bagni manca la carta igienica e il sapone. Non solo. I ragazzi denunciano anche una cattiva gestione dei fondi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il rifiuto da parte del preside di concedere delle giornate autogestite come accade nella maggior parte degli istituti superiori.
A questo scopo, gli studenti nei giorni scorsi avevano organizzato alcuni laboratori e dibattiti per approfondire temi come le riforme del lavoro e della scuola targate Matteo Renzi. Ma le promesse non sono state mantenute e gli studenti sono passati alle vie di fatto, occupando l’istituto.
Il preside ha chiamato le forze dell’ordine, che, a detta degli studenti, avrebbero identificato anche ragazzi dell’istituto. Cosimo Dell’Aquila invece spiega che i carabinieri (nella foto) hanno chiesto i documenti «ad alcuni studenti esterni al Boselli, che erano all’interno della struttura».
Chi non vuole sentir parlare di occupazione è proprio il preside, il quale nega, nonostante gli striscioni fuori dalla scuola dicano il contrario, che questo stia avvenendo: «Occupare è illegale – spiega Dell’Aquila minimizzando – ho già parlato con gli studenti e abbiamo raggiunto un accordo per l’autogestione».
Ma non è tutto. Il Boselli ospita più di 1700 allievi, tra cui molti considerati «casi difficili, che alle spalle hanno espulsioni da altre scuole», dice Dell’Aquila. E molti sono anche i problemi di manutenzione ordinaria dell’edificio.«Il soffitto della palestra sta crollando – racconta Rebecca, 16 anni – è stata ristrutturata la facciata della scuola, ma all’interno non è stato fatto nulla».
«Nei bagni mancano la carta igienica e il sapone – aggiunge Paolo – quando finiscono, i bidelli si rifiutano di darcene altri». Interpellato sul punto, il preside allarga le braccia: «I tagli hanno messo in ginocchio un po’ tutti», replica.
Un altro capitolo riguarda invece i corsi di italiano per gli studenti stranieri, che stando al piano dell’offerta formativa sarebbero dovuti iniziare a settembre, ma che in realtà sono partiti solo in questo semestre. In una scuola che accoglie un gran numero di stranieri, un ritardo del genere non è secondario. «Nonostante i solleciti, alcuni studenti si sono ritrovati a seguire le lezioni in italiano senza conoscere la lingua», denuncia Martina, una studentessa.
«Il risultato sono state tante insufficienze e il rischio che alcuni di questi ragazzi vengano bocciati, anche se non per colpa loro», chiosa. «Ma ciò che è più grave è che questo accada in una scuola che fa dell’inclusività il proprio fiore all’occhiello», conclude Martina.
Nel frattempo, la rabbia degli studenti non si è placata e per i prossimi giorni sono state convocate assemblee per decidere il da farsi.