Riceviamo e pubblichiamo
Gentile assessore Montanari,
le scriviamo da via Borgo Dora 39, il palazzo vicino al cortile del maglio e alla scuola Holden, al di qua del fiume. Siamo gli abitanti e alcuni ricercatori e studenti dell’università. Il “noi” che usiamo in questa lettera dipende da un incontro e da una collaborazione: è un noi plurale, non unitario né assoluto.
Vorremmo raccontarle la storia recente del palazzo. Noi – noi, gli abitanti – viviamo qui da diversi anni, alcuni da più di un decennio. Quattro anni fa abbiamo comunicato alle autorità che le condizioni del palazzo erano fatiscenti: la tenuta strutturale era pericolante, i muri consumati da infiltrazioni d’acqua. Richiedevamo un intervento di ristrutturazione che ristabilisse degne condizioni di vita. I rilevamenti degli ispettori dell’azienda sanitaria locale hanno confermato il merito della nostra denuncia, ma nessuno intervenne, né le istituzioni pubbliche, né il proprietario dell’immobile. Così due anni fa abbiamo smesso di pagare l’affitto pattuito nei nostri contratti, nella speranza di negoziare la ristrutturazione. Nel 2015 l’intero palazzo è stato acquistato per una cifra vicina ai quattrocentomila euro. I nuovi proprietari hanno costituito la BorgoDora39 s.r.l., una società creata ad hoc, e si sono recati in tribunale per denunciare la nostra insolvenza. Da allora è iniziata la procedura di sgombero delle quindici famiglie che vivono qui. Oggi tre sfratti sono stati già eseguiti e presto, se nulla cambierà, il palazzo sarà completamente sgomberato. Noi, i ricercatori, riteniamo che il valore dell’immobile, una volta vuoto, sarà superiore alla cifra d’acquisto. Gli impresari, infatti, disporanno di un palazzo libero da abitanti che chiedono interventi adeguati e affitti stabili, un palazzo che attrarrà nuovi investimenti per riqualificazioni fastose. Può figurarsi il futuro degli appartamenti di via Borgo Dora 39? Può immaginare chi vivrà nell’edificio riqualificato, e quale sarà il costo degli affitti? Le stiamo raccontando la storia di una rendita immobiliare.
Assessore Montanari, nel giugno del 2013, dalle colonne de La Stampa, lei criticava “una urbanistica dettata da interessi privati” che avrebbe dominato la gestione della città negli ultimi decenni. Questa tendenza urbanistica, leggiamo nel suo intervento dell’anno scorso sulla rivista Nuvole, “ha premiato i grandi proprietari delle aree e un ristretto numero di costruttori e progettisti”. Nel maggio del 2015, in un intervento pubblico tenuto al Caffè Basaglia, ha sostenuto che il territorio dovrebbe essere un “bene comune”. Questo “bene comune”, tuttavia, sarebbe stato stato governato da “interessi della proprietà privata” che vi vedono soltanto una “possibilità di profitto”. Tale trasformazione è avvenuta grazie al “libero sfogo lasciato alle iniziative del capitale” all’epoca del “neoliberismo, o turbocapitalismo”. Durante il medesimo intervento ha sottolineato come l’estinzione di una politica attenta ai diritti dei più deboli e l’egemonia delle “iniziative del capitale” sarebbero state favorite dalle amministrazioni di sinistra che si sono avvicendate negli ultimi anni. Fu la sinistra di governo, secondo lei, ad “essere complice della deriva verso gli interessi della proprietà privata”.
Noi – abitanti, ricercatori – accogliamo il suo nuovo ruolo di assessore all’urbanistica con speranza. Ci auguriamo che il suo mandato possa rappresentare una discontinuità nelle politiche urbanistiche della città. Dunque le chiediamo: cosa pensa delle evoluzioni urbanistiche a Porta Palazzo e Borgo Dora? E soprattutto: quale sarà il destino degli abitanti di Via Borgo Dora 39 durante la sua amministrazione? Quale il futuro del palazzo dove viviamo, dove vivono? Se abbiamo bene interpretato le sue affermazioni, abbiamo ragione di credere che il corso degli avvenimenti, qui a Borgo Dora, non sia irreversibile.
Con questa lettera noi la invitiamo a riflettere sui problemi del quartiere, e ad agire, perché siamo convinti che questa vicenda coinvolge l’intera città e la sua storia recente. Se deciderà, nel prossimo futuro, di venire a trovarci per conoscere la realtà complessa che ci sta attorno, saremo felici di accoglierla, e di discutere con lei.
La ringraziamo per l’attenzione.
Gli abitanti di Via Borgo Dora 39.
I ricercatori del Gruppo di studio vagante