È passato poco meno di un mese dall’iscrizione all’anagrafe di Torino di un bambino figlio di due donne. Un fatto straordinario avvenuto per la prima volta in Italia, dopo che i giudici della Corte d’Appello del capoluogo piemontese hanno accolto la richiesta delle due donne omosessuali sposate in Spagna, di cui una cittadina torinese, di riconoscere il loro bambino come “figlio di due mamme”.
Il caso che ha diviso mondo politico e religioso ha creato un precedente importante e l’esempio della città sabauda è stato seguito da Roma, dove il 4 febbraio scorso, una coppia omosessuale composta da una donna argentina e una romana, ha scelto d’iscrivere il proprio figlio di quattro anni nel registro nello Stato civile del Comune della capitale.
L’ok della capitale è arrivato «dopo attenta valutazione degli uffici competenti e in linea con la sentenza della Corte d’Appello di Torino – spiegano dall’Assessorato di Alessandra Cattoi – che ha permesso nel capoluogo piemontese il riconoscimento della trascrizione di un atto di nascita analogo».
«Si continuerà con le trascrizioni nell’interesse superiore dei minori – ha aggiunto l’assessore – Roma deve dare risposte alle richieste dei cittadini anche in termini di diritti».
Insomma, il bambino con due mamme di Torino ha spianato la strada alle iscrizioni all’anagrafe di figli nati da coppie di omosessuali riconosciuti all’estero che, da quest’anno, grazie alla decisione della Corte d’Appello di Torino potranno regolarizzare la posizione dei proprio bambini anche sul territorio italiano.