di Silvia Musso
L’accordo è stato preso nella notte tra giovedì e venerdì nella sede dell’Unione industriale di Asti, dopo una lunga giornata di trattative.
La fabbrica di Castell’Alfero che produce motori elettrici per lavatrici non chiuderà a giugno come avevano deciso i vertici aziendali, ma resterà aperta almeno fino alla primavera 2015. Una serie di strumenti e ammortizzatori sociali, infatti, posticiperà di circa un anno la decisione sul futuro dello stabilimento.
Non è quindi una vittoria definitiva, ma un rinvio. Ad essere interessati solo 150 degli oltre 200 lavoratori. I 70 dipendenti già in cassa integrazione che facevano parte del reparto delocalizzato in Slovacchia la scorsa estate dovranno comunque lasciare la fabbrica tra due mesi.
Secondo l’accordo, a maggio 2015 azienda e sindacati dovranno valutare nuovamente la situazione: se positiva i contratti solidarietà saranno prorogati di un anno; se negativa (con perdite uguali o superiori a 500 mila euro) «non vi saranno più le condizioni per la prosecuzione dell’attività aziendale e pertanto la Società potrà procedere alla sua cessazione e all’eventuale messa in liquidazione della medesima. In questo caso scatterà la cassa per cessazione (12 o 24 mesi) e successivamente gli addetti entreranno in mobilità».
Del documento di intesa si parlerà ai lavoratori oggi, lunedì, in assemblea, mentre il Ministero del Lavoro si è reso disponibile ad incontrare le parti giovedì prossimo, 17 aprile.
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