C’è molto fermento, in questi giorni, da parte di diversi esponenti politici e sindacali, relativamente al fatto che la Ragioneria dello Stato avrebbe contestato il bonus per il personale amministrativo e sanitario impegnato nella gestione dell’emergenza Covid 19.
Le risorse stanziate dallo Stato per la Regione Piemonte, come chiaramente riportate nella tabella A del DL 18/20, ammontano a circa 18,5 milioni di euro.
Stando al Decreto 34/20, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 maggio 2020, la Regione avrebbe potuto al massimo raddoppiare quella somma, arrivando a 37 milioni di euro complessivi.
Avendo però la Regione Piemonte stanziato una cifra superiore a quella consentita dal decreto, è evidente che l’Ente ha sforato, superando il tetto complessivo.
Da qui la contestazione della Ragioneria.
La questione è dunque puramente matematica: se la Giunta avesse fatto i conti, peraltro molto semplici, la Ragioneria non avrebbe contestato la somma indicata dalla Regione Piemonte.
In pratica, una volta siglato l’accordo con i sindacati maggiormente rappresentativi, la Regione si è trovata in conflitto con la legge: il DL 34, che modifica il Cura Italia inserendo il tetto massimo del raddoppio, è del 19 maggio, mentre l’accordo siglato in Regione risale all’8 giugno: bastava leggere attentamente il decreto per non commettere un errore che ora rischia di bloccare tutto.
Sono sicuro che, anche questa volta, il Governo troverà il modo di rimediare agli errori e all’inadeguatezza (o preciso disegno politico?) della Giunta Regionale: è notizia di ieri, 9 luglio, la richiesta al Governo di poter individuare nuove forme premiali per gli operatori sanitari impegnati in prima linea nell’emergenza Covid e contribuire con ulteriori 40 milioni di euro ricavati dal taglio delle spese di gestione della Camera dei Deputati.
Detto ciò, da operatore sanitario, nonostante le difficoltà, i rischi e i maggiori carichi di lavoro affrontati nel periodo più acuto dell’emergenza Covid, non mi sono mai sentito un “eroe”, ma soltanto un professionista sanitario che metteva a disposizione della Comunità le proprie competenze per fronteggiare questa terribile emergenza.
Forse, più che un regalo una tantum (sicuramente bene accetto), il miglior riconoscimento professionale per il lavoro di questi mesi sarebbe un adeguamento contrattuale, fermo ormai da troppi anni, che possa restituire uno stipendio dignitoso ad un lavoro svolto tutti i giorni con professionalità, competenza, passione e dedizione.
Andrea Russi
tecnico radiologo e consigliere comunale a Torino Movimento Cinque Stelle