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martedì, 22 Ottobre 2024

Altri abbandoni nel Movimento 5 stelle: lascia Armando Monticone

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Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli è un pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di collaboratori nato per proporre ai lettori di Nuova Società inchieste giornalistiche documentate. Del collettivo fanno parte giornalisti, studenti e professionisti per un giornalismo lento e approfondito.

Le vicende legate alla metamorfosi del M5stelle continuano a scuotere la base. Dopo l’addio della consigliera Deborah Montalbano, passata al Gruppo misto, e dopo le spaccature interne della maggioranza in seguito alla querelle sulle Olimpiadi 2026 che ha fatto sudare freddo Appendino ora lascia il Movimento Armando Monticone, attivista ambientalista dei quartieri periferici nord della città.
Sostenitore della campagna di “Appendino Sindaca” è stato uno tra i fautori del successo della prima cittadina in periferia e ora diventa uno dei simboli dell’allontanamento della Appendino dalla base e della delusione per la svolta “governista” e di sistema.
Un passato di presenza nella Circoscrizione 5 nelle fila dei Verdi e della Sinistra, Monticone non lesina critiche e delusione al Movimento a cui ha dato tanto.
Di seguito il post dell’abbandono:
“Avevo un sogno…. 
Da oggi abbandono il Movimento 5 Stelle, provo a spiegare il perché a chi ha voglia di perdere un po del suo tempo a leggermi. 
(preciso subito che leggo volentieri critiche anche aspre ed opinioni ma, com’è oramai mia abitudine sulla mia pagina e sulle pagine facebook che gestisco, cancellerò i commenti di insulti e/o solamente provocatori. Anche su facebook si deve e si può discutere in modo civile).
Ho iniziato a fare politica a 20 anni a militare, quando questo era ancora obbligatorio. Tutto è partito dalla mia ribellione al nonnismo, dai miei inviti ai miei compagni/camerati a prendersela con gli ufficiali invece che farci angherie tra noi. E così ho iniziato a fare attività con i PID (proletari in divisa) che facevano riferimento a Lotta Continua. Cioè ho cominciato a fare politica ribellandomi alle ingiustizie dei più forti contro i più deboli. Poi ho continuato il mio impegno sociale e politico occupandomi di ambiente e successivamente di animali. Per me è sempre stato battermi contro le ingiustizie, stare dalla parte del più debole, dello sfruttato, di chi non può difendersi da solo. Ho passato varie esperienze politiche, prima la Sinistra Indipendente (eletto in circoscrizione come indipendente nelle liste del PCI), poi i Verdi, la lista civica Impegno per Torino, la Rete di Leoluca Orlando, Rifondazione Comunista. Sempre o quasi in minoranza, sempre contro le ingiustizie e i privilegi, sempre a battermi per aprire spazi di partecipazione decisionale per i cittadini nei posti in cui sono stato. Anche per questo in parallelo ho partecipato e contribuito a fondare vari Comitati territoriali, laddove le persone manifestavano la voglia di occuparsi in prima persona dei problemi della comunità in cui vivevano ho dato il mio aiuto ad organizzarsi. E quando possibile ho contribuito a costruire momenti di coordinamento tra situazioni diverse, perché sempre l’unione fa la forza. E anche quando si è molto distanti ideologicamente se si impara a rispettare le opinioni diverse ci si arricchisce sempre, tutti.

Qualche anno fa ho incontrato il Movimento 5 Stelle, seguivo Grillo da prima che iniziasse la politica, diciamo che era uno dei pochi che riusciva ad emozionarmi, che sentivo sulla mia stessa lunghezza d’onda nel suo battersi contro un sistema di potere marcio e non più riparabile, da buttare in aria e far ripartire da capo. Per dirla alla Grillo da “aprire come una scatoletta di tonno”… (anche se da vegetariano e animalista avrei preferito una scatoletta di… piselli…). 
Sono stato definito da alcuni amici che mi conoscono da tempo come “Grillino prima di Grillo”, per le battaglie che ho fatto negli anni, quasi sempre perdenti, sovente di testimonianza. Ho cambiato spesso bandiera ma mai i miei ideali e contenuti: un vecchio amico che mi incontrò un giorno alla manifestazione del 1^ maggio, a cui non manco mai da sempre così come al 25 aprile, quando gli raccontai che ero andato nei 5 Stelle mi disse: “sei una banderuola, sempre a cambiare casacca…” Poi si fece serio e mi disse: “a dire la verità tu sei la persona più noiosa del mondo, dici e fai sempre le stesse cose, non cambi mai i tuoi ideali e le tue battaglie, sono gli altri che si spostano…” Il più bel complimento della mia vita. Me ne sono sempre andato quando non c’era più spazio per le mie battaglie, quando le dinamiche delle organizzazioni politiche a cui facevo riferimento oramai si occupavano solamente più della propria sopravvivenza e delle lotte interne, dove i contenuti e gli ideali rimanevano solo più sulla carta perché quello che contava era solo più la lotta per il potere. Dove si premiava solo più la fedeltà al capo o al capetto. E dove la lotta per il potere cancellava l’umanità delle relazioni. “Cambieremo tutto quando governeremo noi, ora dobbiamo prendere i voti e per farlo dobbiamo fare le cose che ci fanno prendere voti”. Cioè le stesse cose che facevano gli altri. Il problema è che si inizia e non si smette più…..
Avevo un sogno: il Movimento 5 Stelle. E Beppe Grillo. 
Quando ho incontrato il Movimento 5 Stelle all’inizio ho detto: bello, ma troppo velleitario, faranno la fine dei soliti idealisti che prendono il 2% e poi vanno a casa, troppo belli e puri per poter avere successo. Mi sbagliavo, vuoi per la forza delle parole e dei contenuti di Beppe Grillo, vuoi per lo scazzo con la politica tradizionale e i partiti la cosa funzionò. Un sogno che si stava avverando: Finalmente qualcuno che parla di DEMOCRAZIA PARTECIPATA (quella maiuscola!) e prova ad applicarla, le riunioni aperte e trasmesse in streaming, la promessa che se si governerà tutto sarà trasparente, alla luce del sole, e le decisioni saranno prese insieme a tutti quelli che vorranno partecipare. UNO VALE UNO, chi non partecipa vale zero. E tante belle persone piene di ideali e di voglia di cambiare il mondo, un goduria per chi come me si è sempre sbattuto in solitudine contro le ingiustizie.
Confesso di essere stato molte volte in difficoltà per alcune infelici uscite sul tema dei migranti e di avere avuto la tentazione di andarmene molte volte. Se uno dice UNO VALE UNO non può poi dire: purché sia italiano, bianco, maschio, eterosessuale, cristiano etc etc… Poi un po si raddrizzava il tiro e le posizioni sembravano diventare più accettabili, meno leghiste e più umanitarie. Però avrei voluto che il Movimento avesse la forza di applicare fino in fondo la più bella dichiarazione programmatica del mondo: NESSUNO DEVE RIMANERE INDIETRO. Che vuole dire Umanità, Giustizia, Solidarietà, Comprensione, Fratellanza, E invece queste bellissime parole sono scivolate piano piano nel dimenticatoio, e mi devo accontentare di sentire cose condivisibili solo più da Papa Francesco, un grande uomo anche se non mi ha ancora riconciliato con la sua chiesa. Ma io le parole di Papa Francesco le avrei volute sentire dai portavoce del Movimento 5 Stelle, a tutti i livelli. Ma non le sento più…. 
La trasparenza, chi l’ha vista? 
Ora si fa tutto nelle segrete stanze, sempre più chiuse e con sempre meno persone che decidono, cerchi e cerchietti, magici….. Beppe quando era il capo politico del Movimento era il garante dei suoi contenuti e ideali. Ma tutti quelli che hanno fatto attività politica con il Movimento, dentro e fuori le istituzioni, sanno che l’autonomia di azione e di giudizio era totale. Certo, con anime diverse bisognava trovare equilibrio tra impostazioni a volte all’opposto in partenza. Ma la POLITICA, quella maiuscola che pure è sempre esistita e resistita anche in mezzo alle macerie, mi ha insegnato che con il confronto e la discussione anche posizioni che sembrano inconciliabili tra loro possono trovare sintesi, se il fine non è la propria promozione personale ma il bene della collettività tutta, se si sta dalla parte dei più deboli e degli ultimi. Se si è capaci di non essere egoisti ma di essere solidali sempre.
Ora c’è un CAPO che decide per tutti, regole di “ingaggio” decise dal capo senza nessuna discussione, candidati imposti dall’alto senza nemmeno presentarli ai territori in cui vanno a cadere. Una piattaforma di consultazione, Rousseau, che non si capisce a cosa serva visto che le decisioni vengono prese dal CAPO senza nessuna consultazione…. Ora leggiamo sui giornali, e solo su quelli perché nessun attivista viene consultato, di trattative per un governo con il vecchio sistema politico, ora è il pd, ora la Lega. Forse lo faranno, forse non lo faranno. Ma sinceramente se il sistema è questo rimpiango i vecchi partiti, che almeno avevano dei luoghi deputati a prendere decisioni, con tutte le storture che queste avevano e hanno, sempre meglio che ritrovarsi con UN UOMO SOLO AL COMANDO, come oggi è il Movimento 5 Stelle. IL SOGNO E’ FINITO, ci ho messo un po ad accettarlo, ma QUEL sogno è finito. Ora proveremo a costruirne un altro.
Ancora un capitolo dedicato a Torino,
visto che la mia attività nel Movimento è sempre stata molto locale. Mi piaceva il Movimento quando era all’opposizione a Torino. Gruppi di lavoro aperti, il programma che nasceva dal basso, con molta fatica e ingenuità, certo, ma pieno di sogni e di speranze. Il sogno di poter governare la città, di scardinare un sistema di potere, il Sistema Torino, (la famosa scatoletta di tonno/piselli locale….) che ha governato e si è consolidato in questi anni, la piovra che tutto comanda in città, e ora anche in Regione. E ora dove sono i sogni? Una Giunta di persone (i cosiddetti tecnici) che del Movimento e dei suoi ideali non conosce nulla e soprattutto nulla gli importa. Un programma oramai ridotto a carta straccia perché “ora si deve governare e non c’è posto per il sogno”. La rincorsa ai salotti buoni della città, ai suoi massimi esponenti pubblici e privati, la tensione a dimostrare di essere “bravi come gli altri” a governare, cioè facendo le stesse cose degli altri cercando solo di farle meglio. Ma senza futuro, perché, come diceva un vecchio saggio: “quando si deve scegliere tra un originale e la copia, per quanto fatta bene si sceglie sempre l’originale”.
La partecipazione degli attivisti, e anche dei consiglieri comunali, cancellata. Decisioni prese dai vertici (dalla Sindaca?) apprese dai giornali (vedi olimpiadi), agli attivisti viene lasciato lo spazio di fare i banchetti e di occuparsi delle Circoscrizioni con i poveri eletti circoscrizionali, che localmente non contano nulla e che centralmente vengono sostanzialmente ignorati. E i consiglieri comunali che fanno? Alzano il ditino per fedeltà nelle sedi deputate, per poi magari privatamente lamentarsi di non contare nulla. Certo, e mi scuso con quelli che invece sono fermamente convinti che vada bene così e di svolgere un grande ruolo politico: c’è anche chi tra gli eletti e gli attivisti è convinto che si stia facendo un grande lavoro e che si stia cambiando la città. Volutamente non entro in questo scritto nei contenuti, salvo alcuni spunti esemplificativi. Magari questa giunta riuscirà anche a cambiare la città. La domanda che mi faccio è: Insieme a chi? E soprattutto per chi? Purtroppo mi sembra che la compagnia con cui si fanno le scelte sia il vecchio sistema di potere torinese, quel Sistema Torino che il Movimento e la Sindaca promettevano di demolire. E che si stia lavorando, come ha fatto negli scorsi decenni chi ha governato questa città, per gli interessi dei poteri forti della città e non certo per gli interessi e i bisogni degli ultimi e dei più deboli, ambiente compreso.
Me ne vado: perché non mi riconosco più in quello che il Movimento fa a livello nazionale e locale. Me ne vado: perché l’unico spazio di partecipazione che è rimasto nel Movimento è fare banchetti, e mi sembra di poter usare meglio il mio tempo.
Me ne vado: perché la battaglia contro le olimpiadi a Torino la voglio fare e dentro il Movimento questo spazio non c’è. 
Me ne vado: perché nel Movimento si è persa una dimensione solidaristica interna indispensabile e valgono solo più i clan, amicali o di interesse, (che sono molto peggio delle correnti dei partiti perché almeno quelle sono pubbliche). 
Me ne vado: perché oramai nel Movimento conta più la fedeltà della capacità.
Me ne vado: perché non ho più nemmeno la speranza che BEPPE raddrizzi la barca. 
E me ne vado: con molta sofferenza e infinita tristezza e amarezza.
IL SOGNO E’ FINITO ( per me ovviamente, massimo rispetto lo ripeto per chi in buona fede ci crede ancora)”.

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