di Moreno D’Angelo
Mai negli ultimi 10 anni i suoli piemontesi sono stati così secchi in inverno. Un suolo arido tipico del cuore dell’estate. La perdurante mancanza di pioggia sta seriamente mettendo in ginocchio diverse produzioni piemontesi a partire dal riso. E se non pioverà gli effetti si faranno sentire pesantemente nei prossimi mesi.
I rilievi tecnici hanno documentato una impressionante riduzione di ben il 70% del contenuto dell’umidità. I sensori, che registrano le temperature in profondità, hanno rilevato un aumento della temperatura media che dall’intervallo 0 a 5 gradi del 2008 è passato agli attuali 2-7 gradi. Un dato che determina una maggiore evaporazione che, nel contesto di scarse precipitazioni persistente, rende il suolo secco in modo assolutamente anomalo in inverno in una regione come il Piemonte.
L’allarme è stato lanciato dall’Ipla (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente Spa).
«Il suolo – spiega l’amministratore unico di Ipla, Igor Boni – è come un enorme contenitore d’acqua. Durante le fasi piovose si riempie ed è capace nei periodi di siccità di cedere gradualmente l’acqua alle radici delle piante. Oggi il contenitore suolo è quasi vuoto ed è un evento assolutamente eccezionale per la stagione, dato che valori come quelli rilevati in queste settimane sono tipici dei mesi estivi. Se nei prossimi giorni, prima della ripresa vegetativa, vi fossero abbondanti precipitazioni, tali da colmare questa differenza, allora i rischi per le colture saranno ridotte. Se invece le precipitazioni dovessero essere scarse andremmo incontro a un periodo molto difficile in termini di disponibilità d’acqua già a partire di primi mesi primaverili».