di Enzo Lavolta
Come ogni anno nella stagione estiva è possibile apprezzare la presenza di una foresta subacquea formata da macrofite fanerogame spesso chiamate comunemente alghe. Tale foresta ospita una specifica e varia fauna fluviale. Gli interventi di pulizia delle sponde fluviali fatte in modo non attento possono impedire la fioritura e la fruttificazioni di tali specie oltre all’eliminazione dell’habitat specifico per molti animali acquatici (come temolo, il cavedano, la lampreda, tartarughe marine, alcune specie di rane e rospi etc.).
Quest’anno si è osservata la presenza del myriophyllumaquaticum (millefoglio) specie presente nella warning list della regione Piemonte (DGR 23-2975 del 29/02/2016) sia nell’elenco europeo delle specie esotiche invasive (Regolamento di esecuzione UE 2016/1141 della Commissione europea del 13/07/2016). Il myriophyllumaquaticum mostra un’ ottima resistenza alle basse temperature, l’estrema velocità di propagazione e l’elevato numero di nuovi individui osservati fanno assumere a questa specie un comportamento da pianta invasiva. Una volta invaso l’ambiente, questa pianta è in grado di colonizzare vari tipi di habitat dalle acque profonde fino a quasi due metri (anche con alti carichi organici e con forte disturbo antropico) ai suoli fangosi emersi, dimostrando una grande capacità a tollerare notevoli escursioni del livello idrico.
I densi tappeti di M. aquaticum potrebbero comportare, oltre all’alterazione della flora autoctona, numerosi aspetti negativi. Tra i danni più comuni ricordiamo la modificazione delle caratteristiche chimico fisiche dell’acqua e l’impedimento della penetrazione della luce negli strati inferiori della colonna idrica; anche le comunità animali possono subire delle modificazioni dato che alcuni studi hanno dimostrato che i fitti popolamenti di questa specie possono avere ripercussioni sull’incremento della comunità di insetti e larve del genere Anopheles, che è il vettore preferito da molti batteri, parassiti e virus per la loro diffusione, cito ad esempio il Plasmodio della malaria e la dirofilaria immitis.
Prima delle piogge del 30/08 le alghe colonizzavano le sponde del Po nei tratti a ridosso dei ponti di corso Dante, corso Bramante e lungo le sponde adiacenti ai Murazzi, come si è potuto apprezzare dalle numerose fotografie dei quotidiani locali. Oggi dopo i temporali una parte delle alghe sono defluite a valle ma a causa delle caratteristiche peculiari di M. aquaticum il problema si ripresenterà .
La M.aquaticum necessita di specifica rimozione attraverso un’attenta eradicazione poiché è in grado di proliferare anche attraverso la sua frammentazione. L’aumento di tale specie può portare ad un danno diffuso e importante lungo tutto l’ecosistema fluviale del Po.
L’improvvisazione fin qui dimostrata dall’Assessora non ha risolto il problema ed ha aumentato i costi e i rischi ambientali.