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martedì, 22 Ottobre 2024

Aborto, in Piemonte tempi troppo lunghi. Viale, Pd: "La Regione intervenga"

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In Piemonte i tempi per abortire sono troppo lunghi.
A sostenerlo Silvio Viale, consigliere comunale del Partito Democratico nonché ginecologo e responsabile del Servizio per la 194/78 (legge sull’interruzione volontaria della gravidanza) dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, che ora chiede alla Regione Piemonte di pubblicare i dati relativi agli aborti di ospedali e consultori.
Alla base della sua affermazione e della sua richiesta, la relazione del Ministero relativa al 2012, i cui dati secondo Viale sono allarmanti e dovrebbero fare scandalo.
Al Sant’Anna, come osserva il consigliere comunale del Pd, i medici che praticano le Ivg, ovvero le interruzioni volontarie di gravidanza, sono 23 su 87. «Solo il 25,4% – afferma Viale – riesce a farlo entro le 9 settimane, mentre la media nazionale è del 41,8%, 16,4 punti in più. Addirittura un calo del 12,9% dal 2001 al 2012».
«Nessun assessore – continua il consigliere comunale – ha mai sentito il bisogno di una relazione regionale sulle Ivg che fotografasse la realtà per meglio organizzare un servizio completamente a carico della Regione per legge. Eppure basterebbe utilizzare le schede di segnalazione obbligatoria e i dati sul personale di ogni ospedale».
Il perché della netta riduzione dal 38,3% del 2011 al 25,4% del 2012, secondo Viale, potrebbe essere riconducibile al fatto che i tempi di attesa piemontesi, tra certificazione e intervento, registrerebbero ritardi in molti consultori, sin dai tempi di prenotazione.
«La RU486, che ha portato molte IVG al di sotto delle 7 settimane – spiega ancora il consigliere comunale – potrebbe avere fatto indirettamente slittare a oltre le 9 settimane una parte delle IVG chirurgiche».
Viale si rivolge poi agli assessori regionali e alla Giunta: «Per capirne di più bisognerebbe che la Regione rendesse pubblici almeno i dati sulle Ivg e sugli obiettori distribuiti per ospedale, oltre che il numero di interventi programmati per settimana, non potendoci certo accontentare del dato generale di 8848 aborti nel 2013 o di quello di 425 ginecologi (277 obiettori e 148 non obiettori) nel 2012».
«Mi rivolgo alla nuova Giunta, al nuovo Assessore e al nuovo Consiglio Regionale – conclude – perché finalmente tolgano il segreto sulle Ivg, rendano pubblici i dati sulla situazione piemontese e affrontino le Ivg al pari di ogni altro settore della sanità».
 

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