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sabato, 27 Luglio 2024


Finpiemonte, abbandonato il progetto di farne una banca. Reschigna: “In autunno i primi bandi”

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«Decisioni urgenti e tempestive per mettere a disposizione del sistema economico piemontese le risorse di Finpiemonte». Con questo preciso intento ha aperto, per conto del presidente Sergio Chiamparino ancora in convalescenza, il suo intervento in aula consiliare il vicepresidente della Regione Piemonte, Aldo Reschigna, illustrando l’attuale situazione della finanziaria regionale.
L’assemblea dei soci, riunitasi lo scorsi 14 maggio su convocazione del cda di Finpiemonte, ha valutato la proposta di fuoriuscita volontaria di Finpiemonte dal regime di vigilanza, rinunciando così a diventare banca. Una proposta a cui la Giunta regionale intende aderire.
Un passo comunque non sufficiente, a detta del vicepresidente Reschigna, che auspica che, a partire dal prossimo autunno, possano essere emessi i primi bandi in grado di garantire le necessarie risorse al sistema economico.
Tre sono le tappe su cui la Giunta lavorerà nei prossimi due mesi: l’individuazione degli assi del piano strategico di Finpiemonte che possono, pur non essendo la società più soggetto sottoposto a vigilanza, essere finanziati con il capitale sociale. La conseguente riduzione del capitale sociale, iscrivendo in entrata sul bilancio, e contemporaneamente in spesa, tutte le risorse e, attraverso la ridefinizione del loro utilizzo metterle a disposizione del sistema economico.
Il terzo passo in programma è quello dell’individuazione degli assi strategici prioritari che verrebbero finanziati non con il capitale sociale, ma con l’utilizzo delle risorse messe a disposizione dal bilancio della Regione. Reschigna parla anche di un possibile intervento legislativo di modifica delle leggi regionali, se si rendesse necessario, al fine di rendere compatibili con l’impianto legislativo gli assi prioritari di intervento, alla luce delle mutate condizioni economiche della comunità piemontese
«Avvertiamo con forza il dovere di aggredire la situazione di Finpiemonte – ha dichiarato in aula il vicepresidente – perché dopo gli sforzi importanti che questa amministrazione ha fatto per riportare al sistema economico risorse che in passato erano state irresponsabilmente dedicate a coprire spesa corrente, non possiamo pensare che la mancanza di decisione porti a un immobilismo di risorse importanti che devono essere destinate al sostegno del sistema economico. Avvertiamo la responsabilità di evitare il protrarsi di una situazione d’incertezza che determina inevitabilmente un blocco e una stasi delle attività», ha sottolineato Reschigna osservando che «l’immagine danneggiata di Finpiemonte la rende in questo momento meno attrattiva per la ricerca di professionalità necessarie allo svolgimento del ruolo che è stata chiamata ad assumere».
Duri gli attacchi in aula dell’opposizione. Il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Lascaris, Andrea Fluttero, parla che di «grave dimostrazione di fallimento politico», a seguito del quale Chiamparino dovrebbe astenersi da un’eventuale ricandidatura regionale il prossimo anno.
Non si fa attendere la replica di Reschigna che invita i colleghi dell’opposizione a non confondere le vittime con i carnefici e sottolinea «in questa vicenda la Regione è la vittima. Il presidente Chiamparino e questa Giunta hanno scelto fin dall’inizio la strada della trasparenza nei rapporti con il Consiglio. Vediamo le cose come stanno, i fatti dicono che è stata prassi nella scorsa legislatura usare i fondi rotativi per la spesa corrente, parliamo di 450 milioni».
«Il capitale sociale di Finpiemonte – ha aggiunto – è di 250 milioni, nei prossimi giorni la Giunta regionale farà una proposta per stabilire quale quota debba restare in Finpiemonte perché possa svolgere il proprio ruolo e quale tornare nel bilancio regionale per essere immediatamente immessa nel sistema economico piemontese».

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