Così parlo l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino: «Mi fidavo dell’operato degli assessori». Questo quanto dichiarato dal presidente della Compagnia di San Paolo nel corso degli interrogatori in merito alle indagini sulle irregolarità degli affitti dei locali ai Murazzi del Po, lo scorso 29 ottobre davanti ai pubblici ministeri Andrea Padalino e Andrea Beconi.
«Non ero al corrente», «non conosco le motivazioni», «nessuno mi ha mai riferito»: sono queste le risposte ricorrenti date dal Chiampa ai magistrati.
«Qualcuno le ha mai detto che le richieste dei concessionari non erano in linea con le norme contrattuali del bando di gara? “No”. Era a conoscenza del fatto che i concessionari non rispettarono mai l’accordo stipulato il 2008 dopo una riunione presso l’ufficio del Direttore generale del Comune? “Non ne ero a conoscenza perche’ non sapevo neppure dell’accordo», questo si legge nel testo dell’interrogatorio.
Chiamparino ha spiegato di essersi interessato alla questione Murazzi «a livello politico e senza approfondirle in modo particolare». Quando venne eletto la prima volta, nel 2001, si occupò di «progetti di riqualificazione dell’area».
«Negli anni che hanno preceduto le Olimpiadi – ha detto – la questione primaria riguardava l’ordine pubblico, nel senso che c’era il timore del moltiplicarsi di episodi di microcriminalità. Sotto il profilo della sicurezza, nelle sedi preposte, il Comune veniva invitato a tenere aperta l’area per evitare tensioni sociali».
Quando è stato il momento di declinare le proprie generalità e la propria attività lavorativa, Chiamparino ha verbalizzato «pensionato», spiegando comunque che era presidente della Fondazione San Paolo. Alla voce «beni patrimoniali» compare solo «due automobili».
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