La follia della politica italiana è di origine virale. E si diffonde a velocità pandemica. La diagnosi non ha ancora l’ufficialità dell’Istituto superiore della Sanità e dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, ma dopo le dichiarazioni dell’onorevole Pd Enrico Borghi anche gli ultimi residui dubbi sono stati fugati. “Chi tra i consiglieri Pd non la pensa come il presidente Chiamparino, non merita la ricandidatura” ha sentenziato Borghi, in un crescendo democratico che ha tolto il respiro a quanti ancora credono che dissenso e diversità siano un valore aggiunto.
In sostanza, è la soluzione politica per via decimazioni alla faccia del confronto. Non molto diverso, in fondo, da quanto confessava off record il buttafuori grilllino Rocco Casalino (che confidiamo non abbia fratelli, altrimenti ci scappa un docufilm) con il proposito di sistemare per le feste i burocrati di Stato del Mef.
Ormai l’Italia è come catapultata in un film horror, dove il virus trasforma gli essere umani in zombie desiderosi di prede umane. Come nella fiction, non rimane che confidare nell’arrivo dell’immancabile eroe-scienziato con l’antidoto che salverà ciò che resta della razza politica italica. Ma il punto è: c’è ancora qualcuno che si salva?