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domenica, 8 Settembre 2024

Valle (PD): “Torino è in Piemonte, il nostro avversario è la destra”

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L’avversario del PD alle prossime amministrative sarà la destra. I rapporti di forza interni alla coalizione cambiano, le prossime regionali saranno in questo senso un test importante, ma è costante l’accordo tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, un accordo che li rende con i dati attuali dei sondaggi immediatamente competitivi.
Non c’è purtroppo da cercare sollievo nella pessima prova amministrativa che la Regione Piemonte a trazione leghista sta dando, a partire dalla gestione dell’emergenza Covid-19
La giunta Cirio ha impostato tutta la sua presenza come se la regione si debba occupare del territorio regionale esclusa Torino, un po’ come capitava ai tempi della provincia di Bresso e Saitta. 
Il recente bando della legge regionale 18 di finanziamento delle opere pubbliche è riuscito a destinare all’intera provincia di Torino 1,6 milioni di euro sui 13 messi a bando, nonostante la provincia di Torino ospiti metà degli abitanti della regione e un quarto dei suoi Comuni.
I pasticci del Regio e del Museo Egizio partono da piazza Palazzo di Città, ma non si ode neanche un sussurro da piazza Castello, che pure avrebbe voce in capitolo.
Questa assenza dal dibattito cittadino pare giovare al centrodestra, lasciando che al centro della scena la sola (pessima) amministrazione comunale.
Nel frattempo il campo è libero per gli assessori torinesi di Cirio e per le articolazioni territoriali dei partiti, intenti a soffiare sul fuoco delle periferie, la cui voglia di riscatto e maggior attenzione si è trasformata in questi quattro anni di aspettative deluse in sordo rancore. 
Coerente con questa strategia di camouflage è l’ormai annunciata intenzione di ricercare una candidatura della società civile, che possa lanciare un segnale di inclusione e moderazione alle ancora diffidenti élite cittadine (cui si aggiungono le efficaci sirene della gestione del potere regionale). Ci si divide in questo modo i compiti, tra un frontman, o più verosimilmente una frontwoman, che tranquillizzi la Città medaglia d’oro per la Resistenza e un manipolo di colonnelli pronti a battere la città palmo a palmo, con messaggi e toni diversi ma complementari nei destinatari.
Per questo sono convinto che rimettere Torino al centro del discorso piemontese possa essere una delle direttrici su cui costruire con profitto la prossima campagna elettorale del centrosinistra.
Torino, oltre a ripensare il suo ruolo nazionale o internazionale, ha ampi margini per recuperare un ruolo di punto di riferimento del territorio regionale, sia nei confronti della storica autoreferenzialità della provincia di Cuneo, sia rispetto alla forza centripeta che esercita la provincia di Milano sul versante est della regione. Quali garanzie può offrire in questo senso un centrodestra che queste tendenze ha accarezzato per vincere e oggi accompagna per consolidarsi? Basti pensare che la sua classe dirigente regionale proviene in larga parte da una porzione limitata della provincia di Cuneo, dalla quale arrivano peraltro anche alcuni dei nomi che i retroscena offrono come candidature (già con Costa avvenne).
Il governo regionale non può continuare a essere considerato avulso dalla Città: dalla pessima gestione dell’emergenza Covid-19 e degli spazi dedicati (si veda il contenzioso aperto sulle OGR) al progetto del Parco della Salute, fino alle scelte su enti e eventi culturali, ci sono pesanti responsabilità e assenze eclatanti delle quali chi si candida a guidare la città deve rispondere.
Il Partito Democratico che saprà trascinare la destra in questo dibattito costruirà condizioni per vincere in Città e in Piemonte.

Daniele Valle
Consigliere Regionale Piemonte – Partito Democratico


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