Sinceramente ho sempre sperato che le mie pessimistiche previsioni, i miei spesso severi giudizi espressi su certe performance di Matteo Renzi fossero la reazione di una cultura politica di vecchio conio.
La mia propensione al dubbio, e non alle granitiche certezze, mi ha posto in una sorta di limbo, di lista d’attesa, sempre però con un velo di speranza nei confronti della nouvelle vague renziana.
Anche l’asserzione di molti amici e compagni “purché ci faccia vincere” aveva corso il rischio di scalfire la mia cultura politica del rigore, della coerenza e della dignità, eredità paterna mai dimenticata.
Ieri, alla richiesta dei miei giovani collaboratori di “Nuovasocietà” di scrivere un editoriale sullo “storico” incontro tra Renzi e Berlusconi al Nazareno e soprattutto un commento sulla telegrafica conferenza stampa del neo segretario del Pd dalla quale l’unica cosa chiara che era emersa era stata «la profonda sintonia» riscontrata nel corso del lungo incontro (durato due ore e mezza), risposi: «Ne parliamo a bocce ferme».
Oggi le bocce si sono fermate.
Dopo avere per mesi e mesi bombardato con i missili verbali più fioriti le liste bloccate imposte con il Porcellum negando poco democraticamente ai cittadini di scegliere i loro rappresentanti in Parlamento, il Pd – o meglio il suo segretario pro tempore – d’intesa con Berlusconi ha riproposto lo stesso sistema. Saranno i vertici dei partiti a decidere chi dei loro “cari amici vicini e lontani” dovranno sedere sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama.
È questa una cultura della politica che a noi di “Nuovasocietà” non solo non appartiene ma che contrasteremo con tutte le nostre modestissime forze.
E non disperiamo che all’interno del Pd e nel mondo politico democratico e antifascista ci sia uno scossone forte per respingere questa folata di bonapartismo autoritario.
Caro Matteo, non sei il proprietario del tuo partito.
Circa il futuro di Berlusconi aspettiamo di capire se sceglierà i domiciliari oppure i servizi sociali rimanendo sempre in attesa degli altri processi e delle conseguenti sentenze in arrivo.
In profonda rispettosa sintonia con i giudici.
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