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giovedì, 24 Ottobre 2024

Umberto D’Ottavio: “Il governo deve tirar fuori 100 milioni per i bidelli”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

I bidelli torinesi delle cooperative di tipo B possono tirare un sospiro di sollievo, ma solo per un mese. Il 31 marzo, infatti, scadrà la proroga dei contratti Consip, la società per azioni che è anche la centrale acquisti della pubblica amministrazione, e se non si sarà trovata una soluzione i lavoratori si troveranno a dover affrontare tagli dal 50% al 75% sul proprio orario lavorativo. E, naturalmente, sullo stipendio, che ad oggi si aggira in media attorno agli 800 euro al mese. Oltre, nel peggiore dei casi, a probabili licenziamenti.
Abbiamo chiesto a Umberto D’Ottavio, deputato del Pd, ex sindaco di Collegno, oggi presente a Palazzo di Città nella Commissione Cultura che ha discusso la spinosa questione bidelli, come da Montecitorio intendono ovviare a un problema che rischia di lasciare 500 persone senza un lavoro.
Il neopremier Matteo Renzi pare interessarsi molto alle sorti della scuola italiana. D’altra parte, la protesta dei bidelli, partita da Torino, si è diffusa in tutta Italia, seppur con modalità differenti visto che solo sotto la Mole è stato fatto l’esperimento di inserire i dipendenti delle cooperative B. Quali saranno, secondo lei, le mosse che il governo intende mettere in atto?
Il problema va risolto tempestivamente. La proroga è stata pensata proprio in questo senso, ed è utile solo come tempo in cui pensare a soluzioni concrete. Domani ci sarà un incontro sul tema tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e quello dell’istruzione Stefania Giannini. Dopo capiremo quali saranno le loro mosse future.
Lei sembra piuttosto fiducioso. Pensa che il governo Renzi sia in grado di mantenere le promesse fatte sulla scuola e quindi, in senso lato, riesca a risolvere la questione bidelli?
Sì, sono fiducioso. Non si può pensare di riformare la scuola se si lasciano perdere le fondamenta, prime tra tutti la pulizia degli edifici. E in questo campo la situazione è grave, basti pensare che dal 2010 al 2014 i fondi sono stati dimezzati, passando dai 600mila ai 300mila.
Torino, come detto, è stata la prima città ad inserire tra i collaboratori scolastici dipendenti delle cooperative di tipo B, specializzate nell’inserimento di persone svantaggiate come disabili o portatori di handicap. Pensa che questa attenzione al sociale vada protetta?
Sono convinto che la cura del sociale sia fondamentale, ma non si deve fare l’errore di considerare il sistema delle cooperative puro assistenzialismo. I bidelli nella scuole sono necessari, dal momento che quelli assunti dallo stato sono evidentemente pochi per svolgere le mansioni di pulizie e controllo. Qualcuno ha preso troppo sul serio la battuta che si faceva quando c’era la Gelmini ministro dell’Istruzione “Ci sono più bidelli che Carabinieri”, come se la scuola fosse un coacervo di gente pagata per stare con le mani in mano. Non è così, non è mai stato dimostrato che sia così.
Qualcuno dei lavoratori in protesta oggi diceva: “Ci sono i soldi per la Tav, non quelli per le pulizie”. Vuole commentare questa affermazione?
Capisco perfettamente lo spirito in cui una frase del genere può essere pronunciata, e condivido la rabbia e lo sconcerto di chi rischia di trovarsi con lo stipendio dimezzato o peggio. In realtà, però, l’alta velocità non c’entra nulla con i bidelli. Mi spiego: anche non si facesse la Tav, i fondi che erano destinati alla Torino – Lione verrebbero dirottati su qualche altra infrastruttura, non certo sulle cooperative.
Questi soldi, però, da qualche parte vanno tirati fuori. Se no qui si rischia di non andare da nessuna parte …
È vero. Servono, ad occhio, 100 milioni. I tagli vanno fatti, ma non certo nella pulizia delle scuole. Già al ministero dell’Istruzioni gli sprechi non sono poi così nascosti …
Tagli al ministero, in che settori? Dove trovare quindi quei 100 milioni?
Questo non è compito mio dirlo, e non certo dei dipendenti delle cooperative. Loro hanno il diritto di essere tutelati nel proprio lavoro, ma dove togliere fondi e dove no ci deve pensare il governo. Esattamente come, in piccolo, facevo io quando ero sindaco di Collegno. Una cosa però posso dirla: i tagli verticali portano solo danni. Queste sono decisioni che vanno prese con il cervello, non con l’accetta.

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