Dopo la Fiorentina – e comunque in attesa del Copenaghen…- pare che l’assetto tattico messo in campo da Ventura comincia a dare qualche frutto. Certo, un Cerci in miniatura quest’anno al Toro non arriverà. Neanche al mercato di gennaio. E quindi dobbiamo far fuoco con la legna che abbiamo a disposizione. Ma è pur vero che con la Fiorentina, a differenza della partita con il Verona e con lo stesso Cagliari, abbiamo visto qualche progresso nella costruzione del gioco. Insomma, si compete sia con le piccole che con le medie e le grandi squadre. Escluso, per il momento, il duo Roma-Juventus.
Positivo il ritorno il Gillet. Con i viola ha salvato la partita con una grandissima parata su Babacar, il fotte attaccante viola di colore. Come non possiamo non ricordare il tempismo e la puntualità di Quagliarella che conserva un tiro potente e una non secondaria visione di gioco. In attesa di Darmian…. Sul reparto difensivo ci siamo. Certo, a centrocampo conosciamo i limiti strutturali di questa annata ed è anche inutile accanirsi sui singoli quando il livello e la qualità complessiva dei protagonisti è nota. Comunque sia, non facciamoci soverchie illusioni e non pretendiamo da questi ragazzi risultati strabilianti. Conservare la metà classifica in campionato da un lato e garantire una figura non ridicola in Europa dall’altro restano i due obiettivi realistici a portata di mano. Il resto, come si suol dire, è tutto grasso che cola…
Da registrare il tifo. Diciamocelo con franchezza e senza ipocrisia: abbiamo sempre un tifo di qualità accompagnato da una straordinaria passionalità.
“Torino è stata e resterà granata” non è solo uno slogan della Maratona ma è anche, ormai, un comune sentire del popolo granata. Di questo, come di tanto altro, dobbiamo esserne orgogliosi.