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domenica, 8 Settembre 2024

Tav, Lupi giura che la Torino-Lione si farà: “Nel 2015 presentiamo il conto all'Europa”

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Niente da fare. Anche davanti ai dati e alle cifre il governo targato Renzi non vuole fermare la Torino-Lione. Una priorità «presente anche nella legge di stabilità»: ecco cos’è per Roma il Tav. E se qualcuno nelle ultime settimane, davanti ai reali costi dell’opera, ha pensato, anche solo per un attimo di fare marcia indietro, ci pensa il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi a rimettere i vagoni sui binari. «I lavori che noi stiamo realizzando e su cui stiamo concentrando le risorse sono sulla realizzazione della ferrovia e non possono che essere sulla Torino-Lione che è stata confermata dall’Europa come opera strategica non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa», spiega il ministro, durante l’informativa del governo al Parlamento sulla realizzazione di un’altra opera, il ponte sullo Stretto di Messina.
I costi elevati, si parla di oltre 7 miliardi di euro, non fanno paura a Lupi e ai sostenitori del progetto che vede interessata, con il cantiere degli scavi geognostici, Chiomonte, in Val di Susa. Italia e Francia, secondo il ministro, nel 2015 chiederanno all’Unione Europea il finanziamento «I costi che sono stati stabiliti per la Torino-Lione sono costi su cui Italia e Francia insieme presenteranno all’Europa a febbraio-marzo del prossimo anno la richiesta di cofinanziamento – dice Lupi – Inoltre il governo è impegnato a realizzare alcune priorità legate ai nove corridoi europei, dei quali quattro attraversano il nostro Paese e a destinare le risorse italiane ed europee per la realizzazione effettiva di questi corridoi, che dal 2014 al 2020 costeranno 250 miliardi di euro che devono essere messi a disposizione dall’Europa».
Insomma dunque nessuna retro marcia. Sulla Torino-Lione si andrà avanti e l’Europa, che a casse non sta così bene, dovrà coprire le spese. Ma è proprio questo che dovrebbe rassicurare No Tav e oppositori vari: non è detto che l’Unione nel 2015 apra il portafogli, visto che da Bruxelles vari segnali nel passato recente sono arrivati sull’inutilità di un’opera troppo costosa e per nulla strategica.

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