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giovedì, 24 Ottobre 2024

Svaligiavano gioiellerie per finanziare setta antisemita

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Vi sarebbe un movente politico all’origine della rapina alla gioielleria Seven Gold di via Roma a Torino dello scorso 22 ottobre: quello di finanziare una setta antisemita russa. È questa l’ipotesi avanzata dal sostituto procuratore di Torino Andrea Padalino e su cui ora si sta cercando di fare chiarezza.
Ma veniamo ai fatti: è lo scorso 22 ottobre quando una coppia di origine ucraina,Dmytro Nedzvetskyi, di 27 anni e Lesya Shafrayeva, di 29, danno l’assalto alla gioielleria nel centro di Torino. I due verranno fermati poco dopo il colpo dalla polizia mentre a quattro chilometri di distanza viene trovata anche la loro auto.
All’interno del veicolo vari documenti che riconducono alla setta russa di estrema destra “Gli illuminati”. In particolare, sarebbe stato ritrovato un manuale della setta con disegni e istruzioni su come fabbricare armi e veleni e informazioni sullo stato di Israele, oltre a materiale riconducibile a un ex incursore della marina ucraina ora ricercato in tutta Europa.
E, proprio lui, per il pm Padalino sarebbe stato complice della coppia, tanto che con uno degli arrestati avrebbe messo a punto nel 2012 altre rapine: una, nel dicembre di quell’anno, a una gioielleria in via Nicola Fabrizi, e un’altra, fallita, alla gioielleria Castoro di piazza Risorgimento.
La procura di Torino ha ora avvertito le autorità e la polizia ucraina e le forze dell’ordine europee che sono alla ricerca dell’uomo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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