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giovedì, 24 Ottobre 2024

Strage di Caselle, la svolta del giallo in due tazzine da caffè

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Due tazzine di caffè. Queste potrebbero rappresentare la svolta nella strage di Caselle. E a consegnare ai carabinieri dei Ris quelle che potrebbero essere le tracce lasciate dagli assassini è stato proprio il primo sospettato dell’omicidio, ovvero il figlio Maurizio, 29 anni, che ha raccontato di averle trovate nei dintorni della casa durante una passeggiata con la fidanzata.
Questi indizi confermerebbero quello che gli inquirenti sospettavano fin dal ritrovamento dei tre corpi senza vita nella villetta degli orrori. Chi ha ucciso Claudio Allione, Maria Angela Greggio e la madre di lei, Emilia Campo Dall’Orto, conosceva molto bene le vittime e la casa al punto di berci anche un caffè insieme.
Non è ancora il caso di parlare di pistola fumante, ma le due tazzine non sono poca roba. Se sono così “innocenti” perché qualcuno si è preoccupato di disfarsene?
Ora sono molte le domande a cui dovranno rispondere Maurizio e la fidanzata Milena convocati immediatamente, dopo il ritrovamento, nella caserma dei carabinieri di Caselle. Anche perché la modalità con cui sono state rinvenute le due tazzine ricordano da vicino quelle con cui è riapparso dalla campagna tarantina il cellulare di Sarah Scazzi, la giovane uccisa ad Avetrana nel 2010, elemento che aveva portato una svolta nello sviluppo delle indagini. Allora a trovare e consegnare il nuovo indizio agli investigatori fu lo zio Michele Misseri, in seguito condannato per l’occultamento del corpo della ragazzina.
In caserma a Caselle insieme a Maurizio e Milena è arrivato anche l’avvocato, che ha specificato subito ai cronisti che i suoi assistiti non sono in stato di fermo.
La sensazione comunque, due giorni dopo il ritrovamento dei corpi, è che si sia a un passo dalla soluzione del giallo.
 

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