La scorsa settimana, al collegio che lo sta processando in Appello per peculato, malversazione e maltrattamenti aveva detto di aver pagato in nero personaggi famosi e corrisposto somme di denaro ad alcuni politici. Oggi, le dichiarazioni di Giuliano Soria, ex patron del premio letterario Grinzane-Cavour finiscono in un fascicolo della Procura di Torino.
Le trascrizioni sono state trasmesse al procuratore aggiunto Andrea Beconi, ma l’inchiesta potrebbe essere assegnata ai pubblici ministeri Valerio Longi e Stefano Demontis, già titolari del filone principale. L’ ipotesi di reato sarebbe il finanziamento illecito ai partiti.
Nel processo di primo grado, Soria era stato condannato a quattordici anni e sei mesi, mentre per lui i pm avevano chiesto una pena di dodici anni. In qualità di presidente del premio, Soria avrebbe distratto fondi pubblici destinati all’associazione per comprare casa sotto la Mole e ristrutturare un appartamento di sua proprietà a Parigi. Con gli stessi soldi, stando alle sue dichiarazioni, avrebbe pagato politici, attori e scrittori.
Tra coloro che sono stati chiamati in causa da Soria figurano l’attuale presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, l’ex presidente Mercedes Bresso, oltre a una nutrita schiera di intellettuali, attori e scrittori del calibro di Michele Placido, Corrado Augias e Giancarlo Giannini. Molti di questi hanno già annunciato di aver dato mandato ai rispettivi legali di valutare se sussistano i presupposti per una querela. «Si tratta di fango», così Sergio Chiamparino aveva commentato le parole di Soria.
A questo punto viene spontaneo chiedersi perché il patron ne parli solo ora e invece abbia taciuto durante il processo di primo grado. Verosimilmente, è questa una delle questioni su cui gli inquirenti vogliono vederci chiaro e di cui nei prossimi giorni chiederanno conto al Professore.
I pubblici ministeri dovranno valutare se si tratta di accuse documentate o di millanterie.