Nostra Signora Appendino ha dato forma all’impegno preso in campagna elettorale, nell’ormai lontano 2016: aprire dei confessionali ai dipendenti pubblici, da cui attingere suggerimenti e proposte per dare una prospettiva di decollo alla città, oltre ad apprendere quei naturali pettegolezzi che sono il sale della vita. Anche se il troppo sale alza la pressione. E l’ipertensione, come certamente le avrà spiegato il suo ex capo di gabinetto Paolo Giordana, preme sul cervello e può produrre deliri di onnipotenza su cui è facile scivolare.
Ma la decisione al netto degli effetti collaterali rimane un bell’esempio di coerenza. In verità piuttosto rari per Nostra Signora Appendino che ha sollevato l’entusiasmo tra i diecimila dipendenti della macchina comunale che hanno immediatamente, si sussurra, aperto le prenotazioni per gli appuntamenti.
Un supplemento professionale e politico per la sindaca cui darà sicuramente una valida mano il suo portavoce, che in ore di straordinario ha la libera docenza, oltre ad essere dotato di indubbie capacità nell’ascolto psicologico, ma soprattutto abituato a lavorare a testa bassa, secondo testimonianze dei vertici del Salone del libro. Ora per la sindaca si preannunciano giornate intense, se non altro per la lettura delle e-mail che vanno inviate a colloquisindaca@comune.torino.it
Lo staff della sindaca, secondo voci ben informate del Municipio, avrebbe comunque provveduto ad invitare i dipendenti a non scrivere tutti insieme. Si vorrebbe evitare l’effetto valanga di posta elettronica, almeno nelle prime settimane, per dare corpo all’altro effetto, meno impegnativo, noto come lettera morta.
Del resto ci sono donne e uomini che più di ogni altra cosa amano le cornici prima ancora del dipinto. Proiezione del voler essere tanto ammirati, anche se all’interno della cornice di visibile c’è soltanto il muro.