Si continua a discutere a Palazzo di Città sul servizio Uber, l’applicazione nata a San Francisco (Usa), qualche anno fa che permette a chiunque di usufruire del trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione software mobile.
A chiederne le comunicazioni in sala Rossa è stata la consigliera comunale Paola Ambrogio di Fratelli d’Italia, che insieme a sui colleghi
Fabrizio Ricca della Lega Nord e Maurizio Marrone, FdI che hanno espresso la loro preoccupazione per un fenomeno in crescita contro il quale, apparentemente l’amministrazione comunale non stra facendo abbastanza.
«La Polizia municipale – ha spiegato l’assessore Giuliana Tedesco – si è attivata ed è in atto un’intensa attività d’indagine, da cui sono scaturiti alcuni interventi contro il fenomeno che hanno colpito autisti e vetture. Sono stati contestati diversi articoli del codice della strada per dare seguito a quanto avevamo garantito durante le analoghe comunicazioni tenutesi nel novembre dello scorso anno».
«Sono contento che l’amministrazione faccia qualcosa – ha risposto Ricca – ma mentre parliamo c’è chi utilizza ancora il servizio Uber, per non parlare dei venditori di merce contraffatta in via Garibaldi o dei parcheggiatori abusivi. Vorrei un’azione di contrasto più forte» conclude Ricca.
«Proprio in questo momento, attraverso l’App di Uber, ci sono 8 vetture nei dintorni di Palazzo civico» ha detto Maurizio Marrone FdI mostrando ai colleghi il suo tablet. «Questo è un esercizio abusivo della professione. Le regole sono fatte per essere rispettate» ha concluso il consigliere.
Meno convinto Giuseppe Sbriglio (Con Sbriglio insieme) che chiede se l’amministrazione è davvero in grado di portare avanti una battaglia così grande.
Insomma, l’idea diffusa in sala in Rossa è che il servizio Uber sia illegale, ma non c’è ancora chiarezza su come intervenire proprio perché al momento non c’è una legge nazionale al riguardo e l’amministrazione comunale, come sottolinea l’assessore Giuliana Tedesco, non può che limitarsi ad applicare le normative vigenti, secondo le quali Uber Pop è a tutti gli effetti un esercizio abusivo della professione.