di Moreno D’Angelo
Dopo le accese polemiche intorno al vagone di Primo Levi arriva una buona notizia: resterà in piazza Castello.
Nonostante il sopraintendente ai Beni Culturali del Piemonte Luca Rinaldi avesse definito il vagone che trasportava gli ebrei ad Auschwitz «pagliacciata» e «baraccone», per il solo motivo che fosse stato messo davanti a Palazzo Madama, mille firme hanno fatto loro la petizione del presidente del Comitato e Costituzione e vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti, affinché il il simbolo della Shoah resti dove si trova.
«E’ la conferma – spiega Boeti – che su questi temi la sensibilità dei cittadini è ancora forte, come dimostra anche l’afflusso in questi giorni alla mostra e le numerose prese di posizione, anche spontanee, registrate sull’argomento».
«Prendiamo atto che la Soprintendenza ha mutato parere e che pertanto il vagone resterà dov’è per i tre mesi di durata della mostra», conclude il vicepresidente della Regione. Infatti una sorta di passo indietro da parte di Rinaldi c’è stato, chiedendo scusa per le parole usate.