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giovedì, 24 Ottobre 2024

Rosso per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Era il 25 novembre 1960. Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal furono uccise a bastonate. Le tre sorelle eroine che hanno lottato per la liberazione della Repubblica Domenicana. Uccise su ordine del dittatore Rafael Trujillo.
Nel 1999 l’Onu ha indetto, in questa data, la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in Italia si celebra dal 2005.
Arancione è il colore scelto per non dimenticare e soprattutto per sensibilizzare contro la violenza sulle donne.
Nel Bel Paese invece è il rosso, come la rabbia e come il sangue di troppe vittime.
Rosso. Come la facciata del Comune di Roma sul Campidoglio. Drappi e striscioni un tante città. Un fil rouge per la libertà e la dignità e contro la violenza. Rosso come lo sciopero delle donne, una protesta di qualche minuto, scelta da molte lavoratrici, per portare l’attenzione su questa piaga sociale.
Pesanti tratti neri su un viso stilizzato. Così il Comune di Torino usa questa simbologia, evocativa dell’urlo di Munch, per rappresentare questa giornata.
Le consigliere comunali, invece, hanno deciso di indossare un capo di abbigliamento che rimanda al colore vessillo. Rosse come le scarpe esposte da venerdì nel cortile di Palazzo Lascaris, sede del consiglio regionale.
Un incontro in Sala Rossa dove letture, poesie e film sul tema della violenza contro le donne saranno protagonisti. Questa iniziativa si colloca sotto l’egida de “Posto occupato”, una campagna nazionale per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle istituzioni su tale problema.
Oggi è il 25 novembre, recita un tweet, e domani?
«Ho lo sgomento addosso di chi sta per perdere il cervello, la voce… la parola», diceva Franca Rame. Che non ci sia più il dramma che in Italia si ripete. Che ogni giorno sia il 25 novembre. E che non ci sia bisogno di celebrarlo.

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