di Bernardo Basilici Menini
Ha voluto utilizzare come sua consuetudine i social e per ringraziare il Cottolengo dell’ospitalità. Ma non solo per quello. Matteo Renzi in un post Facebook scrive: «orgoglioso di un paese che crede nei valori di umanità. Grazie al Cottolengo per l’emozione di stamani». E poi lo correda con le foto della sua visita, che pubblichiamo.
La giornata torinese di Renzi è iniziata proprio qua, nella città dentro la città, come veniva chiamata un tempo la piccola casa della divina provvidenza. Ha visitato la scuola e ha risposto alle domande degli alunni di seconda media, ammettendo che gli piaceva andare a scuola. E a chi gli ha chiesto cosa cambierebbe del sistema scolastico oggi ha usato un personaggio caro ai ragazzi, Hatty Potter: se avesse la bacchetta del maghetto più famoso del mondo, ha spiegato, Renzi vorrebbe una scuola «più aperta, più attenta alle barriere architettoniche e in cui si facesse più sport».
La mattina al Cottolengo è iniziata con la stretta di mano a Don Andrea Bonsignore, il rettore della scuola, e al padre generale Don Lino Piano, che l’ha accolto dicendogli che è il primo presidente del Consiglio a varcare quelle porte. Nell’auditorium ha ricevuto il benvenuto di uno studente disabile e ha scherzato anche sul calcio, rivolgendosi così a un ragazzo: «tu sarai sicuramente della Juve, io della Fiorentina, ma la cosa importante è rimanere sempre fedeli alla propria squadra del cuore. Diffidate da chi la cambia».
«Sono dispiaciuto –ha detto il Renzi– di essere il primo premier a venire qua. Di sicuro non sarò l’ultimo, anche se mi auguro che per il prossimo passerà altro tempo».
«Questa scuola -riferendosi al Cottolengo- è l’esempio che oltre ai numeri e alla crescita del Pil c’è una dimensione umana che va alimentata e coltivata».