Dovrà scontare cinque anni e due mesi di carcere il rapinatore che l’hanno scorso aveva preso d’assalto con l’aiuto di un complice una gioielleria di via Roma, nel centro di Torino. Un furto che sarebbe servito a finanziare una loggia massonica antisemita dell’Europa dell’est.
Il responsabile del crimine, un ucraino di 27 anni, aveva spintonato e minacciato il titolare del negozio con una pistola, che poi si era scoperto essere ad aria compressa. Il commerciante aveva riportato una ferita alla testa, mentre il colpevole era stato bloccato da alcuni vigili urbani, allertati dalle urla del negoziante e della gente. La complice, una donna di 30 anni, era invece stata fermata da alcuni passanti e poi dalla polizia. In tasca ai due erano stato ritrovato un bottino di circa 200 mila euro in gioielli. La 30enne è già stata precedentemente condannata a tre anni e quattro mesi di reclusione.
Gli inquirenti, come detto, pensano che sulla vicenda possa esserci l’ombra di un gruppo antisemita dell’est Europa, che la rapina sarebbe servita a finanziare. Dietro questa ipotesi un manoscritto in una macchina ritrovata dagli investigatori, che secondo i due ucraini sarebbe appartenuta ad un terzo connazionale arrivato con loro in Italia e poi mai più visto dopo un litigio, su cui ci sono riferimenti a un’organizzazione chiamata ”Illuminati”, contenente tematiche antisemite e simboli massonici di cui i due hanno sempre sostenuto di non sapere nulla.