Prima o poi i nodi vengono al pettine. Prima o poi le telefonate, se si è in odore di essere indagati, vengono intercettate, come quella che la ministra della Giustizia Anna Maria Cancellieri avrebbe fatto al Dap per sensibilizzare sulla scarcerazione di Giulia Ligresti. Ma anche le “sollecitazioni” saltano all’occhio.
Stiamo parlando, sempre per rimanere in famiglia, il patron di casa Fonsai, Salvatore Ligresti, che avrebbe cercato, secondo i magistrati, di «fare ottenere, una volta scaduto dall’incarico di presidente dell’Isvap, l’incarico di presidente dell’antitrust a Giancarlo Giannini, e a questo fine avrebbe avuto contatti con il presidente del consiglio», ovviamente Silvio Berlusconi.
I fatti. Ligresti Senior è travolto con i suoi figli nell’inchiesta Fonsai, nell’ambito della quale il 17 luglio scorso sono scattate le misure cautelari per i membri della famiglia e di alcuni top manager della finanziaria per falso in bilancio e aggiotaggio.
Le inchieste vanno avanti. E gli inquirenti scoprono le zone d’ombra. Per otto anni un occhio sarebbe stato chiuso sull’assicurazione dei Ligresti dal controllore Isvap, Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni, in cambio della promessa nel 2011 di un posto all’Antitrust passante da una raccomandazione di Salvatore Ligresti presso l’allora premier Berlusconi.
Questo il piano diabolico perseguito secondo i magistrati della procura di Milano dall’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini con il supposto corruttore Ligresti.
Si chiudono così le indagini nei confronti dell’ingegnere accusato con Giannini di corruzione, ma quest’ultimo dovrà anche rispondere di calunnia, poiché ha denunciato gli amministratori di Fondiaria di ostacolo alle indagini pur «sapendoli innocenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA