Un’operazione lampo, compiuta a velocità record e senza sparare un colpo. Si sta per concludere l’occupazione del territorio ucraino della Crimea da parte delle forze russe. Ora inizia il braccio di ferro diplomatico, se così si può chiamare, tra Russia e Stati Uniti.
Da una parte, infatti, il premier russo Vladimir Putin, a cose fatte, apre a una possibile mediazione dell’Osce (Organizzazione per la Sicuzza e la Cooperazione in Europa) proposta dagli Stati Uniti, dall’altra il premier ucraino Arseny Yatseniuk continua a ribadire che «Nessuno cederà la Crimea». Nel frattempo, mentre continua la politica degli Stati Uniti, che spendono le proprie forze nel far sentire la Russia diplomaticamente isolata, anche il neo Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi dice la sua: «Non lasciare nulla di intentato perché gli sforzi diplomatici e di dialogo continuino».
Dalla Casa Bianca, in ogni caso, arriva un messaggio chiaro. In una nota, infatti, viene diffuso che il G7, il gruppo di Paesi più industrializzati divenuti G8 con l’ingresso della Russia, condanna all’unanimità il gesto di Putin e sospende la preparazione dei lavori per il prossimo G8, previsto a giugno 2014 a Sochi, la località dove già si sono svolte le tanto contestate Olimpiadi invernali. «Noi, i leader di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Usa, e il presidente del Consiglio Ue e il presidente della Commissione Ie, ci uniamo oggi per condannare la chiara violazione della Russia della sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina» si legge appunto. E il segretario di Stato statunitense John Kerry parla dell’uscita della Russia dal G8.
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