di Davide Schirru*
Non si è ancor spento l’eco delle polemiche relative all’apertura per la giornata di Pasqua di molti esercizi commerciali, fra i quali è spiccato l’outlet di Serravalle Scrivia in provincia di Alessandria, che oggi il Carrefour distribuisce ai clienti un buono sconto di 5 euro utilizzabile esclusivamente nella giornata del Primo Maggio, Festa del Lavoro.
L’apertura di molte attività commerciali in tale giornata, ormai, non è una novità da quando il Governo Monti è intervenuto sulla regolamentazione degli orari; il parere dell’Antitrust pubblicato nel bollettino dell’Autorità n. 33 del 21 settembre 2015, poi, ribadisce che «l’orario di apertura dei negozi costituisce una delle dimensioni rispetto alle quali può realizzarsi una concorrenza effettiva tra gli esercenti. Le restrizioni alla libertà degli operatori economici in materia di orari e di giornate di apertura e chiusura degli esercizi commerciali ostacolano pertanto il normale dispiegarsi delle dinamiche competitive»: con tale intervento è stata, quindi, ritenuta illegittima l’emanazione di ordinanze comunali che pongano limiti alla libertà di impresa.
Posto che per la normativa vigente è, dunque, pienamente legittimo definire con libertà pressoché assoluta i giorni in cui tenere aperte le proprie attività commerciali, non si può negare che il fenomeno dilagante dell’apertura di centri commerciali, novelli templi del consumismo, come luogo in cui portare i cittadini a trascorrere il proprio tempo libero non può che allontanar le persone non solo dai valori tradizionali e religiosi che ciascuno può valutare a seconda della propria coscienza, ma anche da forme di condivisione del proprio tempo libero e di interazione sociale basate su schemi più culturali o, comunque, basati su un tipo di socializzazione più umana, lontano dalla confusione e dalle luci di questi luoghi.
Questa corsa alle aperture 365 giorni su 365 mette in crisi, quindi, non solo i lavoratori del settore, ma anche il tessuto sociale dei nostri giorni, attraverso l’imposizione di un modello di valori che per molti può diventare irraggiungibile, tant’è che vediamo quotidianamente il verificarsi di episodi di violenza e sopraffazione dovuti proprio all’ansia di stare al passo con tale modello.
Come considerare, infine, l’offerta di questo buono sconto utilizzabile esclusivamente il Primo Maggio? Si tratta di una provocazione inaccettabile nei confronti dei lavoratori e dei cittadini tutti, perché significa voler rimarcare ulteriormente la definitiva cessazione degli schemi classici del mondo del lavoro, in omaggio alla flessibilità ed alla precarizzazione dei rapporti di lavoro con tanto di beffa in aggiunta.
Il Carrefour ha, quindi, mancato totalmente di eleganza con questa mossa e l’Unione Provinciale Cisal di Torino stigmatizza tale comportamento invitando i consumatori a non recarsi presso i punti vendita nella giornata del Primo Maggio!
* Segretario Cisal Torino