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giovedì, 24 Ottobre 2024

Polizia municipale di Torino: da principessa a cenerentola

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Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli
Carlo Savoldelli è un pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di collaboratori nato per proporre ai lettori di Nuova Società inchieste giornalistiche documentate. Del collettivo fanno parte giornalisti, studenti e professionisti per un giornalismo lento e approfondito.

L’immagine non è proprio il massimo. Due vigili preparano un posto di blocco per controllare il rispetto della domenica a piedi del 17 settembre, ma lo fanno col cofano motore della Punto aperto: auto in panne? Controllo dell’olio? Non certo una gran figura.
Il Corpo di Polizia Municipale di Torino è in estrema difficoltà. Carenze di organico, mezzo obsoleti, tagli nel bilancio 2017 hanno messo in ginocchio l’efficienza deli civich.
Eppure, sin dalla campagna elettorale sembrava che i vigili fossero nel cuore della sindaca Appendino; addirittura aveva tenuto per sè la delega alla sicurezza; ma, annusata l’aria, dopo i fatti di piazza San Carlo la Appendino aveva immediatamente scaricato tema e competenze all’assessore Finardi. E sulle questioni operative, la sindaca aveva persino ottenuto un risultato insperato: l’unità sindacale tra confederali e autonomi; tutti contro di lei per i tagli e le promozioni di ufficiali e comandanti “a contratto”.
Ma il tema dominante è un altro: le dotazioni di servizio sono scarse e il parco automezzi dei vigili è obsoleto. La gran parte dei mezzi è ferma per manutenzione o irriparabile. Prova ne è che ormai in città i servizi di pattuglia vengono garantiti solo dai mezzi più recenti, Scudo e Giulietta, oltre che dalle nuove moto Yamaha, tutti e tre ordinate più di due anni fa dalla Giunta Fassino e entrati in servizio nei primi mesi della amministrazione Appendino.

Nota di colore: poiché le Giulietta sono state ordinate con motore Diesel (dalle parti dell’autorimessa si racconta che non erano disponibili, sul MEPA – portale degli acquisti pubblici- mezzi della categoria a benzina) la giunta Appendino le aveva relegate “al comando” di via Bologna, nascondendole con compiti “apicali”. L’Amministrazione aveva sbandierato l’arrivo dei nuovi mezzi, peraltro prendendosene il merito (e omettendo che gli stessi erano stati ordinati dalla Amministrazione precedente), ma accortisi della motorizzazione diesel in piena campagna di “demonizzazione” dei motori diesel aveva cercato di glissare quasi nascondendo i nuovi mezzi. Dopo oltre un anno, non avendo provveduto a nessuna decisione sul rinnovo del parco automezzi del prossimo futuro – e ancora in attesa di un comandante!- , i Vigili sono stati costretti (e peraltro ben contenti) di rimpiazzare le vecchie Stilo e Punto con le fiammanti Giulietta Alfa Romeo. E oggi si vedono circolare, appunto, quasi solo più le Giulietta, qualche Panda recente e qualche Scudo.

Adesso nel Corpo serpeggia un nuovo interrogativo: ci propineranno mica mezzi elettrici? Già, perché l’esperienza passata insegna sempre qualcosa. Quando la Appendino faceva ancora le scuole medie il Comune e il Corpo si dotò di una nutrita flotta di mezzi elettrici (Panda, Piaggio Porter) che univano due fondamentali difetti per l’impiego operativo: limitazioni di autonomia e costi di sostituzione e smaltimento a fine servizio pubblico. E alla fine col costo di due mezzi ne compravi quattro normali. Vero che la tecnica progredisce, ma in tempi di vacche magre, difficile rinunciare alla quantità e all’efficienza operativa in nome della lotta ai combustibili fossili. Del resto avete mai visto Polizia o carabinieri in auto elettrica?
La luna di miele tra sindaca a Vigili è finita da un pezzo, ma il degrado delle condizioni del Corpo sembra essere appena all’inizio.

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