di Bernardo Basilici Menini
Il Piemonte, con i suoi 130 impianti, è un fiore all’occhiello nella produzione di energia elettrica derivante da biogas agricolo. La tecnica si basa sullo stoccaggio di materiale agricolo in contenitori dove si sviluppa il gas, utilizzato per la produzione di energia in modo simile a quello del metano. Una pratica, questa, che solo nel caso del Piemonte permette un risparmio di 234.00 tonnellate di CO2 l’anno. Un numero enorme rispetto alle emissioni totali dell’Italia, soprattutto in un momento in cui si cominciano ad aprire gli occhi sulla reale portata della crisi ambientale.
Il tutto è stato annunciato nel Convegno “Cibo- Energia: facciamo sinergia”, organizzato dalla Federazione italiana dei produttori di energia da fonti rinnovabili a Pollenzo, in provincia di Cuneo, all’Università delle Scienze gastronomiche. «Il biometano – ha dichiarato Walter Righini, presidente della Fiper – concorre alla riduzione delle emissioni di gas climalteranti per il 97% se confrontato con altri carburanti: produce 5 grammi di CO2 equivalenti per km, rispetto ai 95 grammi del biodiesel oppure ai 164 della benzina. E’ auspicabile prevedere il suo primo impiego nei trasporti».
L’Italia peraltro ha raggiunto grandi risultati nel mondo della produzione di energia elettrica attraverso gli impianti di biogas: con i suoi 1500 impianti, infatti, il nostro Paese è infatti il terzo produttore mondiale e il secondo europeo.