Per chi non lo sapesse su Facebook esiste una pagina che si chiama “Spazio 70”. Si tratta di un lavoro collettivo per la memoria storica degli anni Settanta. Qui vengono postati articoli, documenti e vengono ricordati avvenimenti del nostro Paese.
Oltre alla pagina e al gruppo Facebook esiste anche un sito, che vi invitiamo a visitare, ed è uscito anche un libro “Maledetti ’70” di Nicola Ventura e David Barra.
Insomma si tratta di un vero e proprio progetto che tratta “un periodo particolarmente turbolento della recente storia italiana, una sorta di spartiacque fra il ‘boom economico’ del dopoguerra e la complessa ambiguità dell’Italia degli ultimi lustri”.
Ma ultimamente, questa pagina così tanto seguita, sta subendo proprio da Facebook delle grosse limitazioni, come denunciano gli amministratori.
“Ci piacerebbe sapere perché Facebook sta limitando pesantemente la portata dei nostri post, di fatto in buona parte vanificando l’enorme sforzo profuso per la realizzazione del nostro nuovo sito internet. Vorremmo sapere se siamo finiti in qualche strana “black list” e – nel caso – perché, considerando che abbiamo sempre dato prova di serietà, laicità ed equilibrio nel nostro decennale percorso di analisi e approfondimento sui Settanta italiani.
Insomma, il nostro è stato fin qui un tentativo di fare se non proprio “cultura” almeno informazione corretta ben prima che il panico sulle cosiddette “fake news” dilagasse in tutto web.
Riteniamo di aver fatto ampiamente il “nostro” in tutto questo tempo. Da diversi mesi, però, abbiamo ingaggiato una sfibrante “lotta” con questo social network per veder rispettato il nostro diritto ad esistere. Prima le assurde segnalazioni su presunte violazioni degli “standard della community”, poi il “ban” sul nostro vecchio blog, infine un tentativo di “occultamento” della pagina vanificato grazie a una mezza sollevazione popolare dei nostri iscritti.
“In queste ultime tre settimane ci troviamo di fronte all’ennesima, assurda, situazione: i nostri post, semplicemente, non vengono letti. Non compaiono nelle bacheche. O almeno così siamo portati a dedurre, visto che, per una pagina con quasi 100 mila iscritti, 50/60 like per post (con una manciata di condivisioni) rappresentano numeri a dir poco avvilenti soprattutto se confrontati a quelli del recente passato.
Tutto questo, come se non bastasse, avviene appunto nel momento in cui abbiamo da poco inaugurato un nuovo sito internet sul quale sono state investite non poche risorse in termini economici e di impegno.
Non stiamo dicendo che Spazio 70 chiude i battenti: ci stiamo chiedendo se abbia ancora senso la nostra presenza su un social che non ci rispetta dopo oltre nove anni nei quali non ci è mai stata contestata una sola virgola.
Senza contare che siamo costretti a scrivere un post pubblico, una sorta di “lettera aperta a Facebook”, perché i canali di “dialogo” con questo social restano quanto meno opachi.
Continueremo a esistere su altre piattaforme e in altre forme, ma Facebook Italia potrebbe non avere più Spazio 70 che un piccolo contributo alla credibilità di questo social ritiene di averlo dato”.